15.9.14

Insulti e senatori. Due stati di fb (S.L.L. - agosto 2014)

L'Aula del Senato a Palazzo Madama
Pare che qui a Perugia un ex senatore, che gode, dopo due mezze legislature, grazie a una normativa di privilegio e di favore che ha contribuito a mantenere e ad accentuare, di un cospicuo vitalizio (quasi tutto a carico del contribuente), sia entrato nel "corrierino" come opinionista e vi sostenga idee di sinistra. Forse non lo fa apposta, ma sostenendole le scredita. Meglio farebbe a mantenerle in privato, o addirittura in segreto. Non è credibile, come quasi tutto il ceto politico secondo-repubblicano. (21-8-14)

Se la sono presa con me, coprendomi di insulti. Non è questo che soprattutto mi dispiace, ma del fatto che quell'ex senatore è una brava persona e scrive cose generalmente sensate ed io non ce l'ho affatto con lui e - come ho già fatto con Ferrero, che stimo - lo citavo soltanto come esempio.
Ma non è colpa mia se il ceto politico di estrema sinistra, quello che ha fatto carriere grandi e piccole nelle istituzioni della seconda repubblica, nel momento in cui non riusciva ad opporsi efficacemente alla cancellazione di diritti e tutele dei lavoratori, al taglio delle pensioni e dei servizi e a molto altro, accettava senza fiatare gli ampliamenti e gli adeguamenti di appannaggi e privilegi, dai rimborsi ai vitalizi ottenuti con contribuzioni ridicole e pagati in gran parte con denaro pubblico.
Poco conta che tutti i politicanti dell'era Berlusconi facessero lo stesso (prendevano molto e contavano poco); da loro, dai comunisti che non avevano mollato, dalla sinistra radicale, ci si aspettava altro: che si opponessero, che rifiutassero quei vantaggi odiosi per i ceti popolari che - nello stesso periodo - s'impoverivano.
Continuano ad odiarli, specie quelli che in loro avevano posto qualche residua speranza. Agli occhi dei più non sarebbero credibili neppure se restituissero il maltolto o se rinunciassero al vitalizio, cosa fattibile visto che generalmente godono di altre discrete pensioni. E' troppo tardi.
Sono tempi brutti. Dopo la sconfitta del comunismo novecentesco è difficile una ripoliticizzazione a sinistra, su progetti egualitari e socialisti, delle classi sociali sfruttate e subalterne. La delusione è stata profonda e il nemico di classe ha buon gioco nell'alimentare populismi e guerre tra poveri. E' logico che, dopo aver visto a Est e a Ovest, gli arricchimenti degli ex gerarchi, molti tra i lavoratori non stiano a sentire di lotta di classe, socialismo e comunismo, perfino quando chi parla non ha avuto ruoli significativi nelle sconfitte antiche e recenti.
Ma se a parlare sono persone che con il comunismo fino all'altro ieri hanno mangiato (anche senza grandi arricchimenti) non si limitano a non ascoltare, si incazzano, gridano - anche sbagliando - "te lo sei fatto per te il comunismo". 
Per questo insisto: le persone che sono state partecipi, nel nostro paese, delle ultimi cocenti delusioni del comunismo (più cocenti perché chi le subiva aveva resistito all'andazzo), si ritirino in disparte, evitino di partecipare al dibattito pubblico in prima persona. Se sono convinti di avere buone idee di sinistra da mettere in giro, è bene che non le facciano circolare con il loro nome, perché involontariamente le screditano. Per esempio all'ex senatore io consiglierei di usare un "nom de plume". (23-8-2014)

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