Cercando altro ho trovato
nelle pagine de “l'Unità” dell'estate 1951 la cronaca non
firmata che ho qui trascritto, sulle lotte mezzadrili in Sicilia e nel Centro-Italia. Vi
spicca la denuncia delle sistematiche provocazioni della polizia di
De Gasperi e Scelba contro il movimento contadino e contro i
comunisti che ne erano alla testa, specialmente in Sicilia. Giova ricordare che, al tempo dell'articolo, Pio La Torre era in carcere da 17 mesi (dal marzo 1950) e sarebbe uscito - assolto da ogni accusa - solo il mese dopo, il 23 agosto, mentre i poliziotti suoi accusatori facevano carriera.
So fare i conti e so che
sono passati 63 anni, una vita neanche troppo breve. So che chi viene
dalla storia comunista, perfino tra quelli che c'erano, può aver
cambiato legittimamente idea e può pensare che il progresso e la
civiltà stessero nella parte che esprimeva il governo De Gasperi e
perfino nei mazzieri (in divisa e in borghese) che difendevano
l'ordine nelle campagne. Può legittimamente pensarla così non
solo Renzi che lo ha sempre fatto, ma anche Napolitano,
che un tempo mostrava tutt'altre convinzioni. E tuttavia il fatto che si
dedichi a De Gasperi una “festa dell'Unità” è cosa che turba e
addolora.
Che bisogno c'era di offendere la storia, l'intelligenza altrui, la dignità propria, quando in una generica “festa democratica” si sarebbe potuto celebrare lo statista trentino in santa pace? (S.L.L.)
Che bisogno c'era di offendere la storia, l'intelligenza altrui, la dignità propria, quando in una generica “festa democratica” si sarebbe potuto celebrare lo statista trentino in santa pace? (S.L.L.)
PER LA GIUSTA
RIPARTIZIONE DEL PRODOTTO
Successi dei mezzadri ad
Orte e in Sicilia
La protesta dei
lavoratori costringe la polizia a revocare il fermo del deputato
siciliano Cipolla
La lotta dei lavoratori
della terra per la divisione dei prodotti secondo la legge, ha
registrato, nella giornata di ieri, notevoli successi in parecchie
zone dell'Italia centrale. Particolarmente brillante è la vittoria
che hanno ottenuto i mezzadri di Orte, in provincia di Viterbo i
quali hanno proceduto alla divisione del prodotto al 60 per cento,
come stabilisce la legge, trattenendo anche le annate arretrate
l947-'48-'49 e 50. La trattenuta del prodotto è stata effettuata
anche nei confronti di quegli agrari che si erano ostinatamente
rifiutati di trattare con la Federmezzadri.
In provincia di Terni la
lotta intrapresa nei giorni scorsi dai mezzadri del Narnese e
dell'Amerino prosegue con immutato vigore, estendendosi ad altre
decine di aziende delle zone di Orvieto e del Ficullese.
Una ignobile provocazione
viene, intanto, segnalata dalla Sicilia dove il compagno Nicola
Cipolla, dirigente regionale del movimento contadino e deputato
all'Assemblea siciliana ed il compagno Filippo Tornabè, segretario
dell'Associazione provinciale contadini di Palermo sono stati fermati
dalla polizia col chiaro intento di scompaginare la lotta nelle
campagne. Il fermo è avvenuto nel feudo Terzo Sottano, in territorio
di Alia, dove da circa dieci giorni è in corso uno sciopero
compattissimo dei mezzadri per la giusta ripartizione dei prodotti e
dove i compagni Cipolla e Tornabè si erano recati per fronteggiare
la gravissima situazione determinatasi nelle ultime 48 ore a causa di
un arbitrario intervento della polizia. Quasi alla stessa ora nel
feudo Tudia, in territorio di Resuttano venivano fermati il compagno
Salvatore Amico, dirigente provinciale dei contadini di Caltanissetta
assieme a 10 mezzadri.
La notizia del fermo
diffusasi nelle prime ore di ieri ha avuto larghe ripercussioni a
Palermo. Nelle fabbriche si sono avute spontanee astensioni dal
lavoro mentre la segreteria della Camera del lavoro, riunitasi
d'urgenza ha votato un'ordine del giorno nel quale si chiede, tra
l'altro che gli arrestati vengano rilasciati subito e si rivendica il
diritto alla immunità parlamentare per tutti i deputati regionali.
Di fronte alla compatta e
immediata protesta popolare, le autorità sono state costrette, ieri
a tarda ora, a rimettere in libertà i compagni arbitrariamente
arrestati.
l'Unità, domenica 15 luglio 1951 |
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