Nel 1992 al quotidiano comunista “il manifesto” affiancò un mensile, “il manifesto del mese”, a carattere monografico. L’ultimo numero dell’anno era dedicato all’Europa alla vigilia dell’entrata in vigore del trattato di Mastricht. A pagina 29 l’articolo era un brano, scelto dall’autore, di un volume collettaneo in via di pubblicazione, Nazioni senza ricchezza, ricchezza senza nazione. L’autore, qualificato come “docente di diritto tributario all’Università di Pavia”, era Giulio Tremonti. Vi sosteneva che lo sgretolamento degli stati-nazione avrebbe potuto portare a un “impoverimento della sfera politica”, un rischio soprattutto per la sinistra. “L’impoverimento politico – scriveva – non è certo un problema per la destra: domestico od imperiale, nazionalista o mercantilista, imploso od esploso, l’egoismo si trova infatti bene ovunque”. Il problema più rilevante che poneva era quello dei diritti degli immigrati, cioè la conquista di diritti civili, sociali e politici per chi non aveva (e spesso non voleva, per non perdere la cittadinanza d’origine) il diritto di voto politico, insomma per i cittadini extraitaliani ed extracomunitari che in Italia vivevano e lavoravano. Ripropongo qui la seconda parte dell’articolo dedicato al ruolo della sinistra, per la serie “come si cambia” (S.L.L.).
Politica,storia,letteratura e varia umanità. Pezzi vecchi e nuovi d'ogni provenienza. Ogni lunedì una poesia. Borghesi e reazionari, pretonzoli e codini, reggicode e reggisacchi, ruffiani e pecoroni, tremate!
16.6.10
La sinistra è il futuro dell'occidente (di Giulio Tremonti)
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