16.6.10

1919. Un operaio scrive all' "Ordine Nuovo", il settimanale di Gramsci


Caro “Ordine Nuovo”,
ho letto con interesse e simpatia il tuo articolo sul Problma della Cultura Socialista scritto da Mario Damiani, e mi è parso, nelle sue giuste considerazioni, di palpitante necessità contingente.
Molti giovani sono spinti irrefrenabilmente verso di noi dall’impeto generoso della giovinezza.
E’ questa, senza dubbio, una forza immensa dalla quale il nostro movimento attinge anima e vita.
Ma da questa forza, da questo impeto di nuove energie, non potremo mai trarre tutto il vantaggio, se non pensiamo a dar vita, almeno in ogni centro importante, a degli organi di coltura socialista.
I compagni intellettuali, si raggruppino, e si mettano all’opera.
Ad una iniziativa di tanta importanza, non verrà mai meno l’appoggio incondizionato di tutti i lavoratori. Sono tanti i giovani che fanno sforzi sovrumani per appropriarsi i concetti e la parola adatti ad esprimere l’idea che gli martella nel cuore. Ma annaspano affannosamente come orme barcollanti nel buio. Diamogli la luce! Abbiamo i Comizi; ma questi non snebbiano la mente, scaldano il cuore; danno l’entusiasmo non la convinzione.
Un operaio che non è mai stato a scuola

Da “Ordine Nuovo”, 1919, I, 26.

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