26.6.10

Musatti racconta. L'angoscia.

Al supplemento de "la Repubblica" del novembre 1986, Duemila - psicanalisi, fungeva da apertura una lunga intervista di Paolo Guzzanti a Cesare Musatti. Aveva come titolo L'anima degli italiani non è più quella di un tempo, molto simile a quello di un recente libro del mancato cardinale Paglia. Ma - a mio avviso - le cose che Musatti, novantenne, diceva al suo intervistatore avevano molto più spessore. Propongo qui un frammento narrativo. Dallo stesso inserto un altro brano su Freud si trova in

http://salvatoreloleggio.blogspot.com/2010/06/musatti-spiega-la-psicanalisi-freud-e.html (S.L.L.).

Una volta il professor Fornari mi chiese: “Musatti, mi spieghi lei una cosa, l’angoscia esattamente cos’è? che cosa vuol dire avere l’angoscia dentro di sé?”. Io lo guardai e gli dissi: “Dio mio, ma davvero lei non l’ha mai provata? E lui: “No, mai”. Io restai di sale: come potevo spiegare a uno che non l’ha mai provata che cos’è l’angoscia? Ma, più ancora, come può uno che non ha mai avuto un attacco d’angoscia entrare in sintonia col suo paziente? Vede qual è la specificità della psicanalisi? Un ortopedico non ha bisogno di rompersi una gamba per sapere com’è fatta e come si cura una frattura.

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