7.10.10

La Lega più nazista che fascista.

Il mio antico compagno ed amico Walter Peruzzi, nel sito di “Cronache laiche”, ha pubblicato un eccellente articolo che mette a confronto una immagine in qualche modo positiva e assolutoria della Lega di Bossi, disegnata da Massimo Fini su “Il fatto”, con la realtà di un movimento i cui connotati ideologici e politici coincidono con quelli del peggiore totalitarismo di tipo razzista (http://www.cronachelaiche.it/2010/10/la-lega-il-nuovo-fascismo-che-avanza/ ).
Fini, del resto, pur essendo senza esitazioni schierato contro Berlusconi, espressione a suo dire del peggio della modernità, è un giornalista ed intellettuale con forti venature aristocratiche e perfino reazionarie. Hanno fatto un po’ di rumore recentemente le sue posizioni antifemministe, ma ancora più significativi alcuni anni fa furono i suoi pamphlet: un Elogio della guerra (che esalta il valore ideale e formativo della guerra pre-tecnologica) e un Lo sterco del demonio (in cui contrappone i “valori” della tradizione feudale al borghese denaro che tutto sporca e corrompe).
Condivido pertanto la critica e l’allarme di Peruzzi. E soprattutto l’indicazione di lotta che concluse il suo scritto: “In questa situazione pericolosa per la democrazia è indispensabile fare di Adro la linea del Piave. Si deve dare l’alt all’arroganza leghista pretendendo che i simboli di partito siano totalmente rimossi da quella scuola. Ogni assenza di iniziativa, ogni sottovalutazione della vicenda, ogni ripiegamento su soluzioni di compromesso, sarebbero complice arrendevolezza al nuovo fascismo che avanza”.
Una cosa vorrei aggiungere. Walter giustamente considera la Lega un nuovo totalitarismo dai tratti fascisti e nazisti. Ragionandone ieri sera con Galapagos, Massimo Florio e Maurizio Mori, dopo il dibattito sulla crisi organizzato da “micropolis”, abbiamo convenuto che i tratti del movimento di Bossi sono più nazisti che fascisti. Il razzismo fascista, infatti, subiva qualche attenuazione nella stessa mitologia scelta da quel regime, che impiantava la presunta superiorità nazionale italiana più su elementi storico-culturali (Roma e il suo impero) che su elementi genetici e territoriali ed impostava la sua Kulturkampf più come assimilazione che come distruzione dei portatori di culture diverse reputate inferiori. Il “fascismo” ci fa ugualmente schifo, ma ai popoli conquistati, almeno prima della svolta razzista degli ultimi anni trenta, offriva una vaga possibilità di inclusione, purché si sottomettessero al potere legittimo dei romani. Il nazismo non solo punta a distruggere le “razze” inferiori che non si sottomettono agli eletti, ma alimenta nel popolo, con sistemi goebbelsiani, una repulsione, un odio ed una paura assoluta per il diverso.
L’intervento recente, al limite dell’incredibile, del ministro Maroni perché non si dessero 16 (sedici, non 160, 1.600 o 16 mila) appartamenti ai rom è una presa di posizione che perfino ai fascisti sarebbe sembrata fuori misura, suscitatrice com'è di odi e paure infondati; è più nazista che fascista.

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