16.5.14

"O bei corpi...". Una poesia di Gabriele D'Annunzio

O bei corpi di femmine attorcenti
con le anella di un serpe agile e bianco,
pure io non so da' vostri allacciamenti
ancora sazio liberare il fianco.

Bei seni da la punta erta fiorenti,
su cui mi cade a l'alba il capo stanco
allor che ne' supremi abbattimenti
de 'l piacere io m'irrigidisco e manco;

reni feline pe' cui solchi ascendo
lascivamente in ritmo con le dita
come su nervi di falcate lire;

denti sotto a' cui morsi acri mi arrendo,
bocche sanguigne piú di una ferita,
pur m'è dolce per voi così sfiorire.

da Intermezzo di rime (1883-84)

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