Ho visto all’opera nei
Quartieri Spagnoli quelli delle “3 tavolette”. Non credo che
guadagnino molto, perché sono dei veri artisti. Il loro obiettivo
non è il denaro, ma l’esibizione di una manualità straordinaria;
quindi lo fanno per vanità e non per avidità.
Napoli è piena di quelli
che ti fanno il “pacco”, ma se stai per un attimo attento,
capisci subito che la loro è sì una truffa, ma geniale! La cosa che
li rende più felici è che gli venga riconosciuta quella genialità.
Però tutti, tour operator ladri, tassisti ladri, imprenditori
ladri, avvocati ladri, sacerdoti ladri, bagasce e travestiti ladri, a
gracchiare: «State attenti a quelli là, che sono dei ladri!».
Credetemi, l’esibizione di quegli artisti da strada non ha prezzo.
Peccato che siano una razza in estinzione! Invece sta proliferando
una categoria di ladri “onesti”. Guardate la pubblicità
televisiva: questi non sono artisti di Forcella, non rubano poco, ma
molto! Le loro truffe sono colossali. Usano l’autorità della
dittatura televisiva per farsi desiderare, anche con biechi messaggi
subliminali, merendine di ossa, bibite di sangue di topo e medicine
miracolose per ricrescite di capelli. Ma perché, da sempre, diciamo
che quelli delle tavolette sono disonesti?
Dalla rubrica Il
benpensante, “il manifesto”,
4 febbraio 2012
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