Un quadro di D.H.Lawrence |
«Quel che pornografia e
oscenità sono dipende, come al solito, interamente dall’individuo.
Ciò che per uno è pornografia, per un altro è la risata del
genio». Iniziava così la difesa dalle accuse di oscenità e
pornografia scritta da D.H. Lawrence nel 1929 all’indomani dello
scandalo e delle polemiche suscitate da una mostra di suoi quadri
alle Warren Galleries di Londra. La difesa era un veloce e
intelligente saggio dal titolo Oscenità e pornografia e
insisteva sulla libertà dell’individuo di decidere rispetto alla
folla cosa fosse pornografico e osceno e cosa no.
Censurati, processati,
mandati al rogo, i romanzi di Lawrence ritornano oggi ad affollare
gli scaffali delle librerie a fianco di recentissimi best seller che
come unico comun denominatore con L’amante di Lady Chatterley
o L’arcobaleno hanno l’appartenenza all’oggi più che
mai vasto e vario genere letteratura erotica.
Per avere un’idea di
cosa sia letteratura erotica sarà a fine novembre in libreria
l’accurata Guida alla letteratura erotica. Dal Medioevo ai
nostri giorni di Alessandro Bertolotti (Odoya), utile volume
illustrato che fornisce un’affollata panoramica delle opere più
importanti, in prosa o versi, mostrando sottogeneri, affinità e
correnti. La guida cita tra i romanzi più recenti gli ottimi Camere
separate di Pier Vittorio Tondelli, Scritto nel corpo di
Jeanette Winterson e Una casa alla fine del mondo di Michael
Cunningham, per poi proseguire con una carrellata sulle origini della
letteratura omosessuale e su un’ancora più recente letteratura
transgender.
Più vasto è lo scenario
attuale, ampliato negli ultimi anni dalla comparsa di best seller
erotici da centinaia di milioni di copie. Tra tutti: la trilogia di
Cinquanta sfumature di grigio di E.L. James con 125 milioni di
copie vendute nel mondo e più di 5 milioni solo in Italia. Il
successo di James ha generato un’infilata di volumi che, pur non
raggiungendo il venduto della trilogia, si presentano come varianti
della fortunata serie, e la nascita o il rilancio di case editrici
(dalla Borelli Editore alla Lite Edition) e collane (Sperling
Privé di Sperling&Kupfer e Hot secrets di Mondadori)
che pubblicano libri hard.
Contemporanei, e
sicuramente più validi, sopravvivono romanzi e racconti che fanno
dell’erotismo valore aggiunto e non solo espediente per sedurre le
masse. Tra i migliori ci sono la raccolta di racconti di Mary
Gaitskill Oggi sono tua (che include il racconto Segretaria
da cui è stato tratto il film di Stephen Shainberg Secretary),
La casa dei buchi di Nicholson Baker, Carne viva di
Merritt Tierce. Tutte storie più erotiche che pornografiche, per
quanto sia difficile delineare la frattura tra erotismo e pornografia
(in letteratura, nel cinema, nella vita), lasciando aperta la
domanda: cosa distingue l’erotismo dalla pornografia? Uno dei
tentativi di risposta più brillanti sull’argomento è dello
scrittore americano Neil Gaiman, che in prefazione alla magnifica
opera a fumetti in tre volumi di Alan Moore e Melinda Gebbie Lost
Girls scrive: «Il confine tra pornografia ed erotismo è ambiguo, e
cambia a seconda del punto di vista. Per alcuni forse dipende da cosa
ti eccita (ciò che per me è erotico, per te è pornografico), per
alcuni è una questione sociale (vale a dire l’erotismo è la
pornografia per ricchi). Forse ha anche a che fare con la
distribuzione – la pornografia in rete è indiscutibilmente porno,
mentre un’edizione a tiratura limitata, su carta avorio, comprata
da esperti, divisa e rilegata in volumi costosissimi, non può che
essere erotica».
Illuminante
sull’argomento, parlando di film e non di letteratura, anche il
regista Michael Winterbottom che nel 2004 decise di girare il film 9
Songs per colmare quella che a suo avviso era una immotivata lacuna
del cinema romantico e sentimentale. Così in un’intervista
rilasciata nel 2005 alla Bbc: «Uno dei punti di partenza di 9 Songs
è stato: perché nei film il sesso non si vede? Moltissimi film sono
storie d’amore, perché non raccontare una storia d’amore
mostrando due persone che fanno l’amore? Perché si evitano le
scene in cui due persone fanno l’amore se è una storia d’amore?».
La letteratura, che racconta a parole e non mostra per immagini,
dovrebbe essere per sua natura più incline al sesso del cinema,
rischiando meno la squalifica nel ghetto porno, anche se di censure e
roghi è costellata la storia del romanzo.
Di D.H. Lawrence venne
bruciato L’arcobaleno, oggi riconosciuto come il suo romanzo
migliore, e fin tanto che era in vita i suoi romanzi vennero
disprezzati dalla critica, evitati dal grande pubblico, e accettati
come capolavori della letteratura del Novecento solo parecchi anni
dopo la sua morte. Lawrence non usava il sesso a fini commerciali, ma
per necessità, perché non avrebbe potuto fare altrimenti, perché
quelle scene lì erano cuore e motore delle sue storie, degli eventi
che raccontava, dei suoi personaggi, realistici e vivi. Nel breve
saggio D.H. Lawrence scritto due anni dopo la morte dello
scrittore, l’allora ventinovenne Anaïs Nin (una delle poche che,
malgrado la giovane età, abbia riconosciuto sin dall’inizio la
grandezza di Lawrence) insiste sulla fisicità della scrittura. Nin
individua nei romanzi e racconti dello scrittore inglese un
linguaggio fisico e una parola fisica, che mette il corpo prima di
ogni altra cosa. L’erotismo, grazie ad autori come Lawrence e Nin,
non viene più usato per scandalizzare ma per conoscere.
L’esplorazione ed espressione della sessualità rende più
consapevoli di quanto non riesca il ragionamento o la scrittura.
Scrive ancora Lawrence
nella poesia Il sesso non è peccato...: «Non strappatelo
fuori da tali profondità frugando con la sconcezza della mente, non
tastatelo e non forzatelo, non infrangete il ritmo ch’esso mantiene
quand’è lasciato a sé, nel muoversi e svegliarsi e dormire». E
Nin, sempre nel saggio D.H. Lawrence: «Egli scoprì che il corpo
aveva i propri sogni, e che ascoltando attentamente questi sogni,
arrendendosi a essi, si poteva evocare il genio».
Pagina 99, 28 novembre
2015
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