15.4.19

Cosmopolitismo borghese e internazionalismo proletario (Lelio Basso 1949)

Lelio Basso nel 1952

Noi assistiamo a questo punto al passaggio improvviso di quelle borghesie occidentali dal vecchio esasperato nazionalismo, ad un’ondata di cosmopolitismo. Ma cosí come il sentimento nazionale del proletariato non ha nulla di comune con il nazionalismo della borghesia, cosí il nostro internazionalismo non ha nulla di comune con questo cosmopolitismo di cui si sente tanto parlare e con il quale si giustificano e si invocano queste unioni europee e queste continue rinunzie alla sovranità nazionale. L’internazionalismo proletario non rinnega il sentimento nazionale, non rinnega la storia, ma vuol creare le condizioni che permettano alle nazioni di vivere pacificamente insieme. Il cosmopolitismo di oggi che le borghesie, nostrana e dell’Europa, affettano è tutt’altra cosa: è rinnegamento dei valori nazionali per fare meglio accettare la dominazione straniera.

Dall'intervento alla Camera dei Deputati del 13 luglio 1949, nel corso della discussione del disegno di legge per la ratifica dello Statuto del Consiglio d’Europa. Lelio Basso, all'epoca, era segretario del Partito Socialista Italiano.

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