Yehuda Amichai,
all'anagrafe Ludwig Pfeuffer (Würzburg, 1924 – Gerusalemme, 2000)
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Come un capitano, dopo il
pranzo di gala,
che agli ospiti mostra la
sala delle macchine
nel ventre della nave
(belle donne lo hanno preteso),
e per i gradini di ferro
li conduce in basso, apre
con metallici schianti
gli sportelli, li richiude
e quelli ammirano tutto
il luccichio e tutto
quel roteare e quel
salire e scendere,
così faccio vedere ai
miei ospiti
la stanza dei miei
bambini, apro la porta, tacito la chiudo
e sentiamo tre diversi
respiri
tre ritmi diversi nella
stanzetta, che è l’infinito.
E una piccola luce
azzurrina brilla in alto sopra la porta.
Da Poesie, Crocetti
Editore 1993 - Traduzione di Ariel Rathaus
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