Walter Peruzzi è morto
nell’ultimo maggio, dopo alcuni mesi di sofferenza. Quel che segue
è uno dei suoi ultimi contributi sul sito “Cattolicesimo reale”.
(S.L.L.)
Perché sulla
«difesa della vita» ogni discorso dei cattolici è irricevibile
Il nuovo papa ha
sponsorizzato la marcia pro-life e levato la voce in difesa dei
diritti dell’embrione. Per un verso questo ci tranquillizza perché
conferma che, nonostante le tanto promesse novità, anche Francesco
si limiterà a fare il papa, cioè a ripetere sciocchezze come i suoi
265 predecessori. E tuttavia vien da chiedersi, forse perché ci
eravamo già abituati ai più divertenti «buongiorno» e
«buonasera», finché dovremo sopportare queste sciocchezze e
discuterle, anziché mandare i cattolici a quel paese una volta per
tutte.
Che senso ha infatti –
mi chiedo e chiedo ai cattolici più aperti, come gli amici di
Adista, Il dialogo, Il foglio di Torino, “Noi siamo chiesa”, o le
Comunità di base – tollerare l’ipocrita sceneggiata d’una
chiesa che si spaccia per religione della vita mentre prega un Dio
che ha compiuto o commissionato un’infinita serie di omicidi, dal
diluvio universale alla distruzione di Sodoma, dal massacro dei 450
sacerdoti di Baal a quello dei primogeniti d’Egitto più tutti gli
abitanti di Gerico Ninive Babilonia e via elencando; o un Figlio non
migliore di lui, che minaccia a chi pecca la «morte eterna»?
Non è piuttosto
schizofrenico tenere concioni in difesa della vita o anche bandire
campagne per la pace e la nonviolenza mentre si adora l’inventore
dell’Inferno e il « Dio degli eserciti»? Forse i suoi crimini
sono prescritti? Né si risponda con le astute reinterpretazioni
della Bibbia, che cercano di rileggere i misfatti di Jahvè in chiave
simbolica o mitica. Anche quando dovessimo ritenere esatte tali
interpretazioni, o concludere che la Bibbia è un’opera di
letteratura fantastica come l’Odissea (del che i “laicisti”
sono già convinti), ciò contrasta con quanto la Chiesa afferma
circa l’inerranza, con quel che si legge nel catechismo e in varie
bolle papali sulle «uccisioni volute da Dio» e con quanto i fedeli
credono. Se le “nuove” interpretazioni sono esatte quelle della
Chiesa sono false e falsa è la religione che su di esse si fonda e
che professano anche i cattolici “buoni”.
E ancora: la Chiesa non
solo legittima i crimini di Dio ma ha commesso e giustificato in
proprio gli omicidi per ragioni di fede (crociate, inquisizione,
caccia alle streghe, guerre di religione, conquista e
evangelizzazione delle Americhe, ecc.) almeno dal 325, quando il
concilio di Nicea condannò a morte chi conservava i libri di Ario,
al 1870 – ossia per l’80% della sua esistenza. Questo significa
che quasi tutti i papi, i vescovi e il clero che guidano i fedeli da
duemila anni sono stati coinvolti in pratiche omicide se non altro
per averle ritenute giuste. Inoltre la Chiesa ha sì domandato in
qualche modo e tardivamente perdono per alcune violenze compiute, ma
non si è scusata per le dottrine con cui le ha giustificate, non ha
riabilitato le vittime e, soprattutto, continua a venerare come
santi, e a indicare come modello ai fedeli, proprio gli autori di
quelle violenze. Mi limito a ricordare Pio V, festeggiato il 30
aprile di ogni anno come santo del giorno, benché abbia fato
scannare migliaia di valdesi, mandato al rogo eretici, giornalisti e
gay, bandita la guerra ai turchi; e abbia scritto, circa gli eretici:
« non mai pietà; sterminate chi si sottomette e sterminate chi
resiste; perseguitate a oltranza, uccidete … purché sia vendicato
il Signore» (Lettera a Filippo II, 1570).
In conclusione mi pare
che Francesco, prima di predicare la «difesa della vita dal
concepimento alla fine naturale», e gli stessi cattolici “buoni”,
dovrebbero condannare il Padre e il Figlio, abrogandone il culto;
de-santificare Pio V, Pio IX e molti altri santi e beati; erigere
monumenti, basiliche e altari a Giordano Bruno, fra Dolcino, Pietro
Valdo, le streghe ecc.; sconfessare quanto la Chiesa ha fatto e
insegnato in materia di omicidio dal 325 a oggi, comprese le donne
fatte morire per salvare il feto, o meglio per tenerlo in vita appena
il tempo sufficiente a battezzarlo, e i giovani morti di Aids a causa
della fatwa contro il cappuccio inglese.
Mi rendo conto che fare
questo equivarrebbe a chiudere la Chiesa di Roma e a buttare le
chiavi nel Tevere, mettendo fine al cattolicesimo. Ma, forse, non
sarebbe una cattiva idea. Solo dopo, in ogni caso, ci si potrà
trovare a discutere amabilmente con papa Francesco e i pro-life,
magari fra una birra e l’altra, fra un «buon appetito» e un
«buona notte», di embrione, aborto e difesa della vita.
“Cattolicesimo reale”,
19 maggio 2013
Nessun commento:
Posta un commento