PARIGI - Jacques Le Goff
autorevole medievalista e autore, in particolare, di Les
intellectuels au Moyen Age (in Italia Gli intellettuali
nel Medioevo è uscito negli Oscar Mondadori), che tratta delle
origini delle università era stato invitato a Bologna per
partecipare a un convegno, che si aprirà domani, in occasione del IX
centenario dell'Università.
“Ho dovuto declinare l'
invito, perché sono sopraffatto dal lavoro, mi dice Le Goff,
ricevendomi nel suo studio; e con un largo gesto indica la montagna
di libri e di carte accatastate sul suo scrittoio. Me ne dispiace
molto, perché mi avevano proposto di trattare un tema difficile ma
appassionante: quello del ruolo dell'orale e dello scritto nell'
insegnamento delle prime università. Ora, sia i testi, sia le parole
degli insegnanti, hanno trasmesso la cultura in misura ugualmente
determinante. In genere si ha una visione troppo semplicistica delle
realtà culturali. Oggi per esempio si pretende che la televisione
nuoccia alla lettura; e invece analisi approfondite dimostrano il
contrario. Così pure nel Medioevo l'orale e lo scritto si
rafforzavano a vicenda. Nella misura in cui l'Università di Bologna
è stata un modello, sarebbe interessante studiare come, nel XII
secolo, vi furono inventate delle tecniche d'insegnamento che in
seguito avrebbero costituito il fondamento della scolastica. Una di
queste tecniche era la quaestio, una forma di dibattito
organizzato intorno a un determinato tema, che da un lato supponeva
nei partecipanti la conoscenza dei testi, dall'altro esigeva lo
scambio di parole. Ancora oggi l'insegnamento universitario passa
attraverso il libro come attraverso la parola”.
L'Università di Bologna
è stata la prima creata in Italia: è stata anche la prima in
Europa?
“Molto probabilmente
sì. Ma devo dire che le ricerche per stabilire date precise mi
sembrano un po' inutili. Difatti le prime università europee, in
quanto corporazioni, sono nate e si sono costruite molto lentamente.
Peccando per eccesso di giuridicità, certi studiosi ritengono che
una Università nasce nel momento in cui ha uno statuto; ma la realtà
è più complessa (a prescindere dal fatto che spesso è molto
difficile conoscere i primi statuti). Detto questo, l' Università di
Bologna fu probabilmente la prima in Europa. E si distingue per la
sua struttura istituzionale. Le università medievali si dividono
infatti in due categorie: quelle in cui la corporazione è dominata
dai docenti il caso di Parigi e quelle dominate invece dagli
studenti: è il caso di Bologna. L' Università di Bologna acquistò
assai presto un carattere internazionale e i suoi studenti, fra cui
appunto molti stranieri, si organizzarono per assicurarsi garanzie e
privilegi. In questo senso, l' Università di Bologna rappresenta un
primo modello, quale che sia la data precisa della sua nascita”.
Lei afferma che i
professori, a un certo momento, diventarono una casta ereditaria.
“Bisogna precisare.
Inizialmente i professori sono dei chierici, che appartengono alla
Chiesa. Alcuni di loro hanno ricevuto gli ordini maggiori, quindi
sono dei veri sacerdoti e non possono sposarsi. La maggioranza dei
chierici, invece, hanno ricevuto soltanto gli ordini minori e sono
autorizzati a sposarsi, ma così facendo perdono i privilegi dello
statuto clericale. Perciò si sposeranno soltanto coloro che hanno
modo di guadagnare abbastanza fuori dall'ambito della Chiesa: e sarà
il caso dei medici e dei giuristi. Per loro, si delinea
effettivamente la tendenza a costituire delle caste ereditarie: ma si
tratta di un fenomeno minore. Invece verso la fine del Medioevo il
fenomeno del nepotismo si diffonde nelle università, in tutti gli
ambienti clericali”.
Quali sono i privilegi
dei professori?
“Essenzialmente due. Il
primo è di non dipendere dai tribunali civili ma da quelli
ecclesiastici, meno severi (per le colpe minori dipendono dai
tribunali universitari). Il secondo privilegio, grandissimo, è di
essere esonerati dal pagamento delle imposte. In un primo tempo la
sopravvivenza dei professori era assicurata essenzialmente dai
proventi della collecta, cioè da quello che pagavano gli
studenti. Un piccolo numero di docenti approfittavano della loro
situazione per affittare camere agli studenti o prestar loro dei
libri a tassi da usurai. Poi c'erano i regali. L' usanza del regalo
era una pratica corrente nel Medio Evo: nel caso dell'Università era
regolamentata dagli statuti. Dopo gli esami, gli studenti erano
tenuti a offrire un dono al loro insegnante: si trattava per lo più
di oggetti di vestiario. Le cronache menzionano spesso il dono di
guanti; essendo il guanto un segno di distinzione sociale, il regalo
in questo caso aveva un valore simbolico. Gli studenti offrivano
anche dei divertimenti, spesso assai costosi (talvolta in Spagna un
neolaureato doveva pagare una corrida), o magari dei banchetti”.
Fino a quando l'insegnamento sarà gratuito e come si trasformerà l'Università
assumendo un carattere elitario?
“Gli studenti avevano
tre problemi: trovare un alloggio (e i prezzi degli alloggi salgono
man mano che aumenta la popolazione urbana); procurarsi il vitto;
procurarsi i libri, che in particolare nel XII e XIII secolo sono
carissimi. Perciò soltanto i figli dei ricchi potevano accedere agli
studi superiori. Tuttavia nel settore dell'insegnamento, come del
resto in altri, la Chiesa introdusse dei provvedimenti che oggi
chiameremmo sociali: fondò dei collegi riservati ad un certo numero
di borsisti, che vi erano alloggiati, nutriti e vestiti
gratuitamente. Il reclutamento dei giovani non si effettuava però in
base a criteri sociali, ma soprattutto in funzione delle loro
capacità intellettuali. Spesso più ambiziosi degli altri studenti,
i borsisti beneficiavano di buone condizioni di lavoro; e così
questi collegi diventeranno, specie durante il secolo XIV, le
roccaforti delle università”.
Mentre altre università
europee entravano in conflitto col potere ecclesiastico per
conquistare la propria autonomia, l'Università di Bologna si alleerà
col Papa per lottare contro il Comune. Di quali armi si servivano le
corporazioni universitarie per condurre questa lotta?
“L'arma principale è
rappresentata dallo sciopero. Sono stati i professori universitari a
inventare lo sciopero. Nella maggioranza dei casi se ne andavano
semplicemente dall'Università per trasferirsi in un' altra città:
trattandosi per la maggior parte di scapoli, che non disponevano di
locali propri, ma dispensavano generalmente il loro insegnamento in
locali ecclesiastici o messi a disposizione dal Comune, l'esodo non
poneva loro eccessivi problemi. Ma poiché un'Università costituiva
un motivo di prestigio per una città, questa forma di boicottaggio
era molto efficace. Venendo al caso particolare di Bologna, va
ricordato che la città dipendeva dal potere imperiale. Nel XII
secolo Federico Barbarossa aveva protetto l' Università bolognese,
ma nel XIII il potere imperiale era diventato praticamente
inesistente. Così l' Università, dovendo lottare per la propria
autonomia, entra in conflitto col Comune e si mette sotto la
protezione del Papa. Oserei dire che gli insegnanti bolognesi si
vendettero al Papa”.
Quale è stato il periodo
più glorioso dell'Università di Bologna e a che cosa si deve la sua
reputazione internazionale?
“Il periodo più
glorioso corrisponde ai secoli XII e XIII. Nelle grandi università
europee c' erano allora quattro facoltà: la facoltà delle Arti dove
si insegnavano le sette arti liberali, che coprono il campo che oggi
chiamiamo delle lettere e delle scienze; la facoltà di Medicina; e
le due facoltà di Diritto: quella di diritto romano e quella di
diritto canonico. La reputazione di Bologna è legata per l' appunto
alle sue due facoltà di Diritto, che esercitano un'influenza non
solo intellettuale, ma anche sociale, di primo piano. Non
dimentichiamo infatti che sono i giuristi a preparare, nel corso del
Medio Evo, l'avvento del mondo moderno. La grande specialità di
Parigi è la teologia, che conferisce alla sua Università un
prestigio eccezionale, in quanto la teologia viene considerata la
scienza suprema. Si può dire invece che Bologna ha creato il diritto
canonico, ed è stata inoltre il grande centro della rinascita del
diritto romano, da cui deriverà il diritto civile moderno. Il ruolo
della sua Università fu essenziale, perché formò non soltanto dei
giuristi che assumeranno il ruolo di alti e ultrapotenti funzionari
governativi (un ruolo analogo in qualche modo a quello svolto oggi in
Francia dall'Ena, la famosa École Nationale d' Administration), ma
anche un' infinità di piccoli giuristi, notai, scrivani, che
svolgeranno una funzione molto attiva nella società a partire dal
XII secolo: prima in Italia, poi nell' insieme dei paesi cristiani.
Certi studiosi tendono oggi a sottovalutare l' importanza della
storia giuridica, ma secondo me lo sviluppo del diritto è stato
invece fondamentale; e al riguardo il ruolo di Bologna è stato
decisivo”.
“la Repubblica”,15
novembre 1987
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