Tra le Cantilene e
ballate, strambotti e madrigali nei secoli XIII e XIV, che Giosuè
Carducci raccolse (Sesto San Giovanni, 1912), traendo i testi dai
codici collezionati dall'erudito fiorentino settecentesco Antonio
Malabechi, sotto la voce « Canzoni popolari» c'è questo bel
dialogo tra un amante e la donna amata, che non mi sembra in senso
stretto “popolare” seppure anonimo. (S.L.L.)
Gìmene al letto della
donna mia,
stesi la mano e toccaile
lo lato.
Ella si risvegliò,
ch'ella dormìa:
«Onde ci entrasti, o
cane rinnegato?»
«Entraici dalla porta, o
vita mia;
priegoti ch'io ti sia
raccomandato.»
«Or poi che ci se'
entrato, fatto sia.
Spogliati ignudo e
corquamiti a lato.»
Poi ch'avem fatto tutto
nostro gioco,
tolsi li panni e voleami
vestire:
ed ella disse: «Stacci
un altro poco,
che non sai i giorni che ci puoi transire».
che non sai i giorni che ci puoi transire».
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