23.2.17

Una cassa di legno chiaro per Edda Mussolini. Cronaca di un funerale (Elvio Khròn)

ROMA
Chiesa gremita e saluti romani sul piazzale antistante ai funerali di Edda Ciano, la figlia primogenita del duce, coinvolta in una delle pagine più tragicamente simboliche tra le tante drammatiche della buia avventura fascista in Italia. Suo marito, Galeazzo Ciano fu fatto fucilare dal padre Benito Mussolini perché accusato di tradimento. Una uccisione contro la quale Edda si oppose con tutte le sue forze senza alcun successo. Nel 1943, infatti, Galeazzo Ciano, ministro per gli Affari Esteri e fino a poco prima ritenuto il delfino del duce, votò un documento avverso al regime e alla ferrea alleanza con i nazisti: Mussolini, malgrado le pressioni della figlia, non evitò (o non volle tentare fino in fondo di evitarlo) la condanna a morte del suo ministro e genero decisa dal celebre «processo di Verona».
I funerali della figlia di Mussolini, morta domenica scorsa in una clinica romana, si sono svolti in forma «quasi privata». La messa è stata celebrata dal parroco Maurizio Bevilacqua, nella chiesa frequentata comunementre dalla Ciano quand’era in vita: quella del sacro cuore di Maria Immacolata dei Parioli, il quartiere tradizionalmente abitato dalla alta borghesia della capitale. Insieme a un centinaio di persone e poco più c’era, commossa, la famiglia al completo: Romano e Vittorio, gli unici dei cinque figli del duce rimasti in vita e le loro rispettive mogli con i figli fra i quali, l’onorevole di Alleanza nazionale Alessandra Mussolini con il marito. C’erano poi i figli di Edda, Fabrizio e Raimonda e il marito di Annamaria, l’altra figlia del duce già deceduta, insieme all’altro fratello Bruno morto in guerra. Assenti i politici di spicco. An era rappresentata da Mirko Tremaglia e Teodoro Buontempo mentre era presente il ministro per gli Affari Esteri Susanna Agnelli. Tra le corone e i cuscini di fiori spiccava quella con la scritta «Movimento sociale-Fiamma tricolore».
Al rito funebre, inoltre, hanno partecipato anche Giuseppe Ciarrapico, Giampaolo Cresci, il principe Carlo Giovannelli e Cecco Giulio Baghino, presidente dei reduci della Repubblica sociale italiana vale a dire, sia pure indirettamente, il rappresentante di coloro che all’epoca decisero di uccidere il marito di Edda, Galeazzo Ciano. Nessun accenno, comunque, nell’omelia del parroco, alla vita privata di Edda Ciano e alle vicende nella quali fu coinvolta. Solo una predica dedicata al mistero, alla speranza della resurrezione, alla Pasqua. Le citazioni da Isaia e dal Vangelo secondo Giovanni sono servite al parroco per trattare i temi della morte, e appunto della resurrezione e della speranza. «Siamo qui solo per pregare - ha detto il sacerdote - la preghiera è il presupposto della speranza e noi cristiani speriamo in un mondo riconciliato». È mancato anche un discorso commemorativo da parte della famiglia o di altri intervenuti. «Si è trattato di un funerale semplice - ha spiegato onorevole Alessandra Mussolini, all’uscita della chiesa - è andato tutto proprio come zia Edda desiderava».
La bara, una cassa lineare di legno chiaro con il nome Edda Ciano Mussolini scritto in lettere dorate, alla quale hanno fatto da cornice diverse corone di fiori, è stata portata in spalla da parenti e amici e da Teodoro Bontempo. «Edda Ciano era una donna molto forte e coraggiosa - ha commentato il focoso deputato di An - è stata duramente provata dalla vita ed ha saputo mantenere una grande riservatezza e personalità. E' rimasta legata ai suoi ricordi e ai suoi affetti continuando a vivere nella società contemporanea nel rispetto degli altri e chiedendo rispetto. Se ne è andata - ha concluso Bontempo - con silenzio, dignità e tanto rispetto da parte della gente». Infatti, all'uscita la bara, spartana è stata accolta dal saluto romano di un folto gruppo di giovani, della vicina sezione dei Parioli di An, cui si sono uniti alcuni degli amici della Ciano che avevano partecipato alla funzione.
Puntuale e in tono con lo spirito i quei saluti fascisti fuori dalla chiesa - ma onestamente non propriamente segnato dall’educazione e dal rispetto della tragedia personale della donna scomparsa - il commento di Pino Rauti, leader missino e, si sa, fascista ostinato. «Quei saluti romani hanno onorato la figlia di Mussolini, non la moglie di Ciano». Rauti, a Bruxelles per i suoi impegni di parlamentare europeo, non era ai funerali di Edda Ciano, ma sottolinea: «C’era mia moglie e poi c’erano una corona del partito, il federale di Roma Cospito e un folto gruppo di giovani nostri simpatizzanti. Ieri, poi, era apparso un mio necrologio su di un quotidiano romano». Rauti, quindi, ha aggiunto: «Edda era sicuramente lacerata tra il padre e il marito. Io rispetto il suo impegno di moglie e di madre, ma allora ero dall’altra parte nel giudizio su Ciano: ero per il processo di Verona e per la punizione».
Edda Ciano Mussolini, verrà sepolta a Livorno, nella tomba della famiglia Ciano.


L'Unità, 12 aprile 1995

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