7.2.17

I denti di De Sica (Alberto Savinio)

Alberto Savinio svolse dal 1937 al 1939 il ruolo di cronista teatrale per l'“Omnibus” di Leo Longanesi, curando la rubrica Palchetti romani. In occasione della riscoperta e della pubblicazione in volume delle sue noterelle (Adelphi, 1982) “L'Espresso” ne pubblicò come anteprima alcune, tra le quali questa, irridente, su De Sica attore di teatro. (S.L.L.)

Di Vittorio De Sica, non ci stancheremo mai di ammirare la splendida dentatura. Qual genio maligno ha suggerito a Vittorio De Sica una parte come quella di Riccardo Sones, nella quale c'è così poco da ridere? Il sospetto ci è nato che la dovizia dentaria influisca sfavorevolmente sull'equilibrio della voce. Quella di Vittorio De Sica manca di equilibrio. In una frase di sei parole, le prime tre traversano la chiostra dei denti serbando la propria chiarezza; dopo di che, la voce di De Sica "perde quota", e le parole 4, 5 e 6 muoiono in un incomprensibile sussurro. Nei drammi e nelle commedie che passano sulle nostre scene, noi sappiamo bene che le perle da mandare a memoria non abbondano; comunque, e siano pur scemenze, noi preferiamo udirle chiaramente, non fosse che per non turbare la nostra certezza che sono scemenze vere.
Da quanto ci è sembrato capire, Riccardo Sones, protagonista di "Aria Nuova", è un romanziere di grido. A un certo punto, Margherita Sones, sua moglie (personaggio interpretato simpaticamente dalla signora Giuditta Rissone), annuncia al marito che gli ha tolto dal cassetto il manoscritto del suo ultimo romanzo e lo ha bruciato. Il romanziere di grido fa: « Ah... ah », poi cambia discorso. Segno che, in Inghilterra, i romanzieri di grido non sono romanzieri seri. Ovunque altrove, dopo un simile autodafé, un romanziere anche non di grido farebbe subire alla moglie la fine delle fidanzate di Landru.

L'Espresso, 16 maggio 1982

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