27.6.17

Afa. Una poesia di Ernesto Regazzoni

Sogna.
Fa tanto caldo,
che l'alma non agogna
più che sorbetti, e rive di smeraldo,
e nenie di zampogna.
Fa tanto caldo!
Sogna.

Credi
tu alla Siberia,
e ai ghiacci e ai Samoiedi,
e a quell'altra leggenda poco seria
degli orsi alti sei piedi?
Tu, alla Siberia,
Credi?

Fole!
Il polo stesso,
in quest'ora di sole
dev'essere sudato, e cotto allesso
come l'umana prole.
Il polo stesso!
Fole.

Pure,
dietro il ventaglio
le pupille sicure
ponno sognare, lungi dal barbaglio.
Dietro il ventaglio,
pure!

E l'alma
anche si placa,
e si abbandona calma
a sé come un'almea, entro un'amaca,
all'ombra di una palma.
Anco si placa,
l'alma.

Nulla
(o, nulla invero!)
è più dolce, fanciulla
di questa sonnolenza di pensiero
che il tuo ventaglio culla.
Oh, nulla invero.
Nulla.

da Poesie, Martello, Milano, 1956

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