Ella era di Granata, ei di Siviglia,
E avean d’arabi il sangue ed il
sembiante,
Ei vano, ella gelosa, e un scintillante
Stiletto nascondea nella mantiglia.
E un dì gli vide in fronte la
vermiglia
Traccia del labbro de la nuova amante,
E — bada — mormorò, cupa e
tremante, —
Un’ape ti ferì sopra le ciglia. —
Egli la fronte nelle man nascose,
Poi con volto ridente e risoluto:
— Un’ape sì, una dolce ape, —
rispose.
— Ebben — diss’ella con un bieco
riso,
— Senti se questa ha il pungiglion
più acuto, —
E gli confisse lo stiletto in viso.
Poesie, Treves,
1882
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