5.7.16

Quando la Cina era lontana. Cucina e assicurazioni (S.L.L.)

Quando mio nonno Salvatore - negli anni Cinquanta del 900 - considerò raggiunti i limiti di età e mise fine alla sua attività di commerciante in granaglie e mandorle in società col fratello Calogero (lu zi Caliddru), non seppe tuttavia starsene con le mani in mano a fare il possidente e s'inventò un lavoro di assicuratore con cui arrotondava e più che altro ammazzava il tempo. 
Non era ancora arrivata l'era della RPA obbligatoria, essendo pochi i veicoli in circolazione, e i contratti che il nonno stipulava nella sua qualità di agente dell'INA e delle Assicurazioni d'Italia riguardavano soprattutto polizze vita, malattia o invalidità o i rischi connessi alla produzione agricola. 
Aveva il suo ufficio lungo la via Umberto di Campobello di Licata, all'altezza di piazza Costanzo Ciano (oggi Aldo Moro), dov'era la vasca, esattamente sotto il balconcino di un signore molto chiacchierato, che per le grandi dimensioni del capo era soprannominato Crozza. Non credo avesse un gran da fare e durante l'orario di apertura dell'ufficio trovava il modo di leggere il giornale (“La Sicilia” di Catania) senza perdersi un articolo e di fare conversazione con alcuni anziani signori che venivano a trovarlo.
Immagino che non stipulasse molti contratti, ma un suo giro doveva averlo, tant'è che l'INA gli affidava una ventina delle sue belle agende per la massaia-padrona di casa, dedicate prevalentemente a donne del ceto medio-basso, quelle che – pur potendosi permettere una cameriera ad ore, in genere sottopagata – curavano da sé la preparazione dei cibi e avevano cura dell'economia familiare, perché “l'economia fa la casa”. Quell'agenda, intitolata Oggi e Domani, in ciascuna delle pagine dedicata a un giorno dell'anno, conteneva – oltre allo spazio per la registrazione delle spese e di altri appunti - la ricetta di una preparazione culinaria e/o qualche consiglio di economia domestica. 
Il nonno ne portava una alla nonna Pietrina che – con sistematica attenzione – provvedeva alle quotidiane registrazioni e ne regalava una alle nuore e alle nipoti, le quali – per quel che mi ricordo – le utilizzavano occasionalmente e solo per la parte gastronomica: qualche ricetta nuova per spezzare la routine della solita minestra. A casa mia, peraltro, quelle ricette appassionavano me più della mia mamma: già allora mi piaceva immaginare pietanze che – forse – non avrei mai potuto assaggiare. 
A fine anno, pertanto, ritagliavo e incollavo su quaderni che fungevano da album una parte di quelle ricette che avevano stimolato la mia fantasia degustativa. Si trattava in genere di preparazioni legate alle tradizioni regionali d'Italia, ma talvolta i compilatori e le compilatrici si permettevano un tocco di esotico, seppure realizzato con ingredienti che dovevano essere reperibili. L'esotismo era perciò più immaginario che reale, come dimostra la ricetta che qui scannerizzo e trascrivo, questa "insalata alla cinese". 
Per quel che s'intende, quando la Cina era lontana e pressoché sconosciuta, bastava usare il riso in una modalità diversa dalle tradizionali (risotti o minestre sia asciutte che in brodo), per definire una preparazione “alla cinese”. 
Oggi la Cina è vicinissima con i suoi prodotti e i suoi emigrati e l'insalata di riso è entrata nel novero delle pietanze di tutti i giorni; nessuno perciò chiamerebbe Insalata alla cinese quella di cui riporto la ricetta e che non è male nella sua semplicità. (S.L.L.)

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INSALATA ALLA CINESE
(per 4) - gr. 350 di riso vialone a grana lunga - gr. 150 di tonno sott’olio - gr. 50 di peperoni sott’olio - gr. 70 di olive nere -un pizzico di peperoncino rosso secco - 4 cucchiai di olio - un limone - 3 uova - sale e poco pepe.


Lessate il riso in acqua bollente salata. Cotto al dente scolatelo e passatelo immediatamente sotto il rubinetto dell'acqua fredda, nello stesso scolabrodo, facendo in modo che non vi rimanga neppure una goccia di acqua. Ponetelo in una coppa rotonda colorata Pyrex, unitevi il tonno sbriciolato, i peperoni tagliati a strisce sottili, le olive spezzettate, rimestate, aggiungete l'olio, il sugo del limone, insaporite con il pepe e se lo sopportate il peperoncino rosso. Pareggiate la superficie. A parte rassodate le uova, e con lo speciale utensile tagliatele a rondelle, che disporrete sul riso, a guarnizione. Mettete in frigorifero per tre quarti d’ora, prima di servire.

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