Una delle scene più celebri del cinema italiano è certamente quella che vede Pina (Anna Magnani), in Roma città aperta di Roberto Rossellini, correre dietro al camion ove i tedeschi portano via il suo compagno, un antifascista. La popolana verrà abbattuta da un colpo di fucile.
Nella sua biografia della grande attrice romana (La Magnani, Rizzoli, 1986) Patrizia Carrano apre uno squarcio sulle circostanze dell’ideazione di questa scena, durante la lavorazione del film. L’attore Massimo Serato, che di “Nannarella” era stato compagno amatissimo e infedele ed era padre del suo bambino, Luca, ammalato di poliomelite, partiva, fuggiva da lei e dalle proprie responsabilità. Su richiesta della Magnani era venuto a salutarla sul set, nel quartiere di Trastevere ove Rossellini girava, ma non aveva voluto aspettare che l’attrice completasse la scena, aveva lasciato un biglietto alla sarta, Agnese, e andava via. Qui sotto è postato il seguito, nel racconto della Carrano (S.L.L.)
Agnese avvisò Anna, che proprio in quel momento aveva finito di girare e cominciò a correre dietro a Massimo. Andar via così, senza neanche un saluto, che porco. Serato non si fermò, aveva messo in moto la macchina e stava già ingranando la prima, senza nessuna intenzione di rallentare. Per Anna fu un colpo, uno schiaffo in piena faccia. Dopo tanti anni ridursi così, a correre dietro a un'automobile, come una donnaccia di strada che insegue un cliente moroso. Le venne il sangue agli occhi, dalla gola le uscirono le invettive più violente, gli insulti più feroci: «Frocio, magnaccio, disgraziato...». Era inutile, Massimo era ormai lontano, i fanalini della sua automobile quasi non si vedevano più.
Il passo lento e strascicato, Anna tornò verso il camerino mentre la troupe voltava la faccia, nell'ingenuo tentativo di farle credere che nessuno l'aveva notata. Amidei, che stava seduto su una pedanina di legno, si alzò e andò da Rossellini. «Senti Roberto, m'è venuta un'idea. La scena che dobbiamo girare la settimana prossima, quella in cui Anna viene uccisa dai tedeschi, m'è sempre sembrata un po' fiacca, un po' smorta. Lei in mezzo alla folla, il mitra che la punta solo per caso... è debole. Non è meglio se Anna la facciamo correre come una disperata dietro il camion tedesco che le porta via il marito? Vediamo questa corsa folle, ingenua, ma coraggiosa, in cui c'è tutto, la disperazione, la ribellione... e poi una raffica e tutto è finito». Rossellini ci pensò un po': «E' un'idea. Ma com'è che t'è venuta solo adesso?». Amidei si accese una sigaretta: «Stavo seduto là dietro a tirare il fiato, ho visto la Magnani... Ma poi che ti frega come mi vengono le idee?».
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