6.10.14

Francesco non far l’ipocrita (Walter Peruzzi)

Walter Peruzzi è morto nell’ultimo maggio, dopo alcuni mesi di sofferenza. Quel che segue è uno dei suoi ultimi contributi sul sito “Cattolicesimo reale”. (S.L.L.)

Perché sulla «difesa della vita» ogni discorso dei cattolici è irricevibile
Il nuovo papa ha sponsorizzato la marcia pro-life e levato la voce in difesa dei diritti dell’embrione. Per un verso questo ci tranquillizza perché conferma che, nonostante le tanto promesse novità, anche Francesco si limiterà a fare il papa, cioè a ripetere sciocchezze come i suoi 265 predecessori. E tuttavia vien da chiedersi, forse perché ci eravamo già abituati ai più divertenti «buongiorno» e «buonasera», finché dovremo sopportare queste sciocchezze e discuterle, anziché mandare i cattolici a quel paese una volta per tutte.
Che senso ha infatti – mi chiedo e chiedo ai cattolici più aperti, come gli amici di Adista, Il dialogo, Il foglio di Torino, “Noi siamo chiesa”, o le Comunità di base – tollerare l’ipocrita sceneggiata d’una chiesa che si spaccia per religione della vita mentre prega un Dio che ha compiuto o commissionato un’infinita serie di omicidi, dal diluvio universale alla distruzione di Sodoma, dal massacro dei 450 sacerdoti di Baal a quello dei primogeniti d’Egitto più tutti gli abitanti di Gerico Ninive Babilonia e via elencando; o un Figlio non migliore di lui, che minaccia a chi pecca la «morte eterna»?
Non è piuttosto schizofrenico tenere concioni in difesa della vita o anche bandire campagne per la pace e la nonviolenza mentre si adora l’inventore dell’Inferno e il « Dio degli eserciti»? Forse i suoi crimini sono prescritti? Né si risponda con le astute reinterpretazioni della Bibbia, che cercano di rileggere i misfatti di Jahvè in chiave simbolica o mitica. Anche quando dovessimo ritenere esatte tali interpretazioni, o concludere che la Bibbia è un’opera di letteratura fantastica come l’Odissea (del che i “laicisti” sono già convinti), ciò contrasta con quanto la Chiesa afferma circa l’inerranza, con quel che si legge nel catechismo e in varie bolle papali sulle «uccisioni volute da Dio» e con quanto i fedeli credono. Se le “nuove” interpretazioni sono esatte quelle della Chiesa sono false e falsa è la religione che su di esse si fonda e che professano anche i cattolici “buoni”.
E ancora: la Chiesa non solo legittima i crimini di Dio ma ha commesso e giustificato in proprio gli omicidi per ragioni di fede (crociate, inquisizione, caccia alle streghe, guerre di religione, conquista e evangelizzazione delle Americhe, ecc.) almeno dal 325, quando il concilio di Nicea condannò a morte chi conservava i libri di Ario, al 1870 – ossia per l’80% della sua esistenza. Questo significa che quasi tutti i papi, i vescovi e il clero che guidano i fedeli da duemila anni sono stati coinvolti in pratiche omicide se non altro per averle ritenute giuste. Inoltre la Chiesa ha sì domandato in qualche modo e tardivamente perdono per alcune violenze compiute, ma non si è scusata per le dottrine con cui le ha giustificate, non ha riabilitato le vittime e, soprattutto, continua a venerare come santi, e a indicare come modello ai fedeli, proprio gli autori di quelle violenze. Mi limito a ricordare Pio V, festeggiato il 30 aprile di ogni anno come santo del giorno, benché abbia fato scannare migliaia di valdesi, mandato al rogo eretici, giornalisti e gay, bandita la guerra ai turchi; e abbia scritto, circa gli eretici: « non mai pietà; sterminate chi si sottomette e sterminate chi resiste; perseguitate a oltranza, uccidete … purché sia vendicato il Signore» (Lettera a Filippo II, 1570).
In conclusione mi pare che Francesco, prima di predicare la «difesa della vita dal concepimento alla fine naturale», e gli stessi cattolici “buoni”, dovrebbero condannare il Padre e il Figlio, abrogandone il culto; de-santificare Pio V, Pio IX e molti altri santi e beati; erigere monumenti, basiliche e altari a Giordano Bruno, fra Dolcino, Pietro Valdo, le streghe ecc.; sconfessare quanto la Chiesa ha fatto e insegnato in materia di omicidio dal 325 a oggi, comprese le donne fatte morire per salvare il feto, o meglio per tenerlo in vita appena il tempo sufficiente a battezzarlo, e i giovani morti di Aids a causa della fatwa contro il cappuccio inglese.
Mi rendo conto che fare questo equivarrebbe a chiudere la Chiesa di Roma e a buttare le chiavi nel Tevere, mettendo fine al cattolicesimo. Ma, forse, non sarebbe una cattiva idea. Solo dopo, in ogni caso, ci si potrà trovare a discutere amabilmente con papa Francesco e i pro-life, magari fra una birra e l’altra, fra un «buon appetito» e un «buona notte», di embrione, aborto e difesa della vita.


“Cattolicesimo reale”, 19 maggio 2013

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