Matteo Steri |
A fine settembre è morto Matteo Steri, un avvocato siciliano trapiantato in
Lombardia, materialista coerente, uomo di sinistra e uomo di
cultura. Il funerale si è svolto nel paese di Roccalumera. Nei giorni scorsi me ne ha scritto l'amico e compagno Eros
Barone, che mi ha trasmesso anche il link di un suo ricordo,
pubblicato su “Varese news”, un frequentato quotidiano on line.
Lo riprendo aggiungendo uno stralcio della mia lettera di risposta a
Barone. (S.L.L.)
L'avvocato Matteo Steri con il latinista Mario Geymonat a un incontro dell'Associazione Concetto Marchesi (Gallarate) |
La scomparsa di un
amico dei libri e del proletariato
Non è facile definire in
poche righe che cosa significhi per il territorio varesino e per
quello messinese la scomparsa di una personalità come quella
dell’avvocato Matteo Steri. Bisognerebbe infatti tratteggiare la
storia personale e politica, professionale e culturale, di un giovane
laureato in giurisprudenza che dalla natìa Roccalumera, paese della
provincia di Messina, si trasferisce nel Gallaratese, dove svolge con
risultati brillanti la professione di avvocato e dove porta, con la
determinazione volitiva che è propria di questo tipo umano, e con la
perspicacia e la sagacia che lo accompagnano nella sua ascesa
sociale, l’energia e la creatività che appartengono alla sua terra
di origine.
Per chiunque lo abbia
conosciuto e frequentato è impossibile non riconoscere che il
connotato saliente di questa figura è una sintesi, oggi sempre più
rara, tra il benessere conquistato a duro prezzo nella quotidiana
fatica del patrocinio legale e un’esemplare coerenza politica e
ideale rispetto alla storia di quel movimento operaio e contadino che
nel secondo dopoguerra si è sviluppato tra mille avversità e non
pochi eroismi nella Sicilia orientale, così come rispetto alle
cronache di un movimento operaio che, in una realtà territoriale
contraddistinta da ben altri livelli di industrializzazione, incide
ancora il suo segno di classe nella Lombardia nord-occidentale.
Fu così che Matteo
Steri, la cui matrice politico-ideologica era un socialismo definito
allora ‘carrista’ per il suo stretto legame con l’esperienza
storica dell’Unione Sovietica, divenne negli anni settanta del
secolo scorso, come accadeva ai non molti professionisti che
militavano nelle file della sinistra, il primo sindaco comunista di
Cardano al Campo. In questo paese, dove aveva la sua principale
residenza, egli ha fondato un “Archivio Concetto Marchesi”, al
quale ha dedicato per quasi due decenni, senza nessun finanziamento
pubblico, tempo, energie e risparmi, arrivando a pubblicare, curati
da lui stesso, volumi (fuori commercio e in distribuzione gratuita)
che raccolgono pagine del grande latinista e comunista siciliano. Si
guadagnerà in tal modo una segnalazione bibliografica in calce alla
biografia di Concetto Marchesi, stesa da Luciano Canfora e pubblicata
nel prestigioso “Dizionario Biografico degli Italiani” della
Treccani. Né va dimenticata, fra gli studi e le attività editoriali
dell’Archivio, la biografia completa di Francesco Lo Sardo, curata
da Daniela Brignone, che ricostruisce la vita di questo dirigente
comunista dalle prime esperienze negli ambienti anarchici e
socialisti messinesi sino al suo martirio nelle carceri fasciste.
Prima ancora, vissuta assieme allo scrivente e ad altri tre compagni
del Gallaratese, un’altra significativa esperienza, quale fu il
Centro Italiano di Studi Engelsiani, prese le mosse da un’idea di
Matteo Steri, che si tradusse poi nell’organizzazione di un
convegno nazionale sul cofondatore, insieme con Karl Marx, del
materialismo storico: convegno che ebbe luogo a Gallarate in
occasione del centenario della morte di Friedrich Engels e fu seguito
due anni dopo da quel convegno su Concetto Marchesi che avrebbe
costituito il primo passo verso la costituzione dell’Archivio
dedicato al grande studioso siciliano.
Per altro, è d’uopo
osservare che le biblioteche che Steri ha formato, sia quella
lombarda sia quella siciliana, contengono migliaia e migliaia di
volumi e di documenti, buona parte dei quali inerenti alla storia del
comunismo e del socialismo.
Se, come recita un
aforisma, un uomo che legge un libro ne vale due, quanto può valere
quel nobile amore che, partorendo tali biblioteche, ha scandito tutta
l’esistenza e tanta parte dell’attività di questo amico del
proletariato ed infaticabile organizzatore di cultura? Vi è solo da
augurarsi che la sua preziosa eredità non vada perduta, ma continui
a dare i suoi frutti a beneficio di tutti coloro che nutrono
interesse per la cultura politica del movimento operaio e contadino,
socialista e comunista. A noi, che lo abbiamo conosciuto, restano
integri e fecondi, nell’animo e nella mente, il ricordo e l’affetto
per un avvocato che, quando le persone lo meritavano, sapeva essere
più attento alle idee che alle parcelle, ad un uomo di vasta cultura
e di profonda umanità, ad uno spirito libero e, all’occorrenza,
mordace, che sapeva sempre inserire nelle discussioni politiche, non
meno che nelle conversazioni tra amici, quella nota di succosa ironia
e di pregnante saggezza che ci ricorda come la vita non sia solo un
dovere da compiere, ma anche un piacere da assaporare. (Eros Barone)
Varese News 29/09/2014
Appendice
Da una mia lettera
a Eros Barone (S.L.L.)
… ti ringrazio per le
parole affettuose e per avermi fatto conoscere, attraverso il tuo
ricordo, l'avvocato Steri originario delle mia isola e figura
rappresentativa di un nutrita schiera di uomini e donne, destinati
per tradizione familiari o per gli studi alle professioni liberali,
che alla grettezza piccolo-borghese preferirono la scelta di una
difficile lotta nel movimento operaio socialista e comunista. Ne ho
presenti alla memoria una ventina tra Agrigento, Palermo, Messina,
Catania e Caltanissetta: in tutti, quale che fosse la professione
(medico e avvocato soprattutto), c'era quasi sempre, a corroborare la
scelta militante, un grande amore per la cultura...
... sul cosiddetto
carrismo. E' certo che nel socialismo di sinistra (siciliano e non)
la solidarietà internazionalista con l'Unione Sovietica era molto
forte e che tanti compagni di quel mondo furono "carristi" anche nel
senso originario della parola, cioè sostenitori dell'intervento dei
carri armati sovietici in Ungheria; ma a me pare che il "morandismo"
siciliano perda molto, se non si ricorda il ruolo che alla guida del
partito socialista e del movimento contadino ebbe, a Messina prima e in tutta la
Sicilia poi come segretario regionale, il pupillo di Rodolfo Morandi, Raniero Panzieri. Panzieri segnò fortemente la storia
della sinistra socialista siciliana, perché intorno a sé raccolse,
a partire dalle campagne del messinese, quadri nuovi, giovani e
combattivi, che rompevano con la tradizione del notabilato municipale
socialista tendenzialmente ereditario, ampiamente presente in tutto
in Psi meridionale (Mancini e Lauricella sono solo i cognomi più
noti). C'è un bel libro su questa storia, di Domenico Rizzo,
socialista messinese in segreteria con Panzieri, che poi fu deputato
del Pci, Raniero Panzieri e il Psi in Sicilia (1950-1955).
E c'è qui a Perugia, professore emerito di Letteratura Italiana a
Lettere, Pasquale Tuscano, carrista, morandiano e panzieriano, un
compagno che viene da quella storia e ogni tanto ne racconta qualche
pagina.
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