La scheda seguente,
corredo di un articolo di Giorgio Ghiglione dal titolo emblematico
Perché Milano costruisce case che nessuno compra, pubblicato
su un numero di settembre di
“pagina99we”, racconta le vicende del parco e del quartiere in
costruzione nello spazio che fi della Fiera Campionaria. (S.L.L.)
Rendering di Citylife, il progetto di riqualificazione del quartiere della Fiera |
La storia di Citylife
inizia con lo spostamento della Fiera da Milano a Rho. Per
riqualificare la zona rimasta vuota viene indetta una gara con un
requisito: metà area deve essere parco. Ad aggiudicarsela è la
cordata Ciylife composta dalla Fonsai di Salvatore Ligresti, Allianz,
Generalie Lamaro Appalti. I vincitori offrono 523 milioni di euro
contro i 460 del progetto di Pirelli Re disegnato Renzo Piano, votato
però come il migliore da una consultazione fra i cittadini.
Ai vincitori viene
concesso di sforare gli indici di edificabilità consentiti nelle
aree dismesse. Per i critici, come Rolando Mastrodonato, presidente
dell'associazione "Vivi e Progetta un'altra Milano", si
tratta di una cementificazione mascherata: troppi i 1.100
appartamenti e 3 grattacieli in un area di soli 100 mila metri
quadrati. «Parlare di Central Park milanese è una presa in giro»,
dice Mastrodonato, «l'area di verde è estremamente frammentata.
Vengono calcolati anche i giardinetti condominiali privati
all'interno delle nuove costruzioni».
Con l'arrivo della crisi
i soci di Citylife si sfilano. Nel 2010 esce il gruppo Lamaro, nel
2011 tocca a Ligresti che vende le sue quote a Generali, e a luglio
di quest'anno anche Allianz abbandona il progetto. Scompare il museo
d'arte contemporanea (il Comune preferisce riqualificare edifici già
esistenti nella zona: il Velodromo Vigorelli e il Palazzo delle
Scintille, destinato a ospitare eventi) e i lavori vanno a rilento:
la torre Isozaki è completa al 60% e della torre Hadid si stanno
ancora gettando le fondamenta. Una situazione che induce chi ha già
acquistato a rimandare il trasloco e rende difficile trovare nuovi
inquilini. Anche perché abitare a Citylife non è economico. I
prezzi variano dai 7-500 euro ai 12.500 euro a metro quadro, cifre
analoghe a quelle chieste per zone di pregio come Brera o il centro
storico.
Il Comune decide così di
concedere la proroga dei lavori al 2023. «Non c'erano i margini per
ridiscutere il progetto», ha spiegato l'assessore all'Urbanistica di
Palazzo Marino Ada De Cesaris in un'intervista al periodico “Faber”,
«il rischio di far saltare tutta l'operazione sarebbe troppo grosso
e non possiamo permetterci un quartiere abbandonato». In cambio
della proroga i costruttori si sono impegnati a realizzare gli spazi
pubblici entro il 2015. C'è però chi accusa il Comune di aver fatto un accordo al
ribasso. «Quando gli operatori hanno chiesto una dilazione era il
momento di dire fate quello che riuscite a fare entro il 2015»,
spiega Sergio Brenna, docente di urbanistica al Politecnico di
Milano, secondo il quale il Comune «non ha avuto la volontà di
ridiscutere quello che succederàdopo il 2015. Eppure la dimensione
dell'intervento rischia di creare più problemi di quanti ne potrà
risolvere. Ci sono un milione di metri cubi su un'area
ristrettissima. Citylife è una ferita aperta nel cuore della città
che avrebbe dovuto essere sanata».
“pagina99we”, 27
settembre 2014
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