3.7.18

Sono fondamentalmente buono (Paolo Villaggio)


Qui da noi, da sempre, c’è un’abitudine radicata nella nostra cultura: non si dice mai la verità, soprattutto quando si parla di sé. È curioso, in fondo, che questi bugiardi sperino di essere creduti, perché dicono sempre di essere completamente diversi da quello che sono. Bisognerebbe girare con degli interpreti simultanei o dei valenti psicologi per capire come stanno veramente le cose. Ma sono troppo costosi, e allora io voglio dare una mano ai meno abbienti con questo manuale d’interpretazione.
La frase “Vede, io sono un uomo fondamentalmente buono” va così tradotta: “Io sono una carogna, ho subìto troppe umiliazioni nella vita, sono capace di scrivere lettere anonime, delazioni e, spesso, ho pagato degli iettatori professionisti per nuocere ai miei amici più cari.”
La frase “Io mi faccio i fatti miei” va così tradotta: “Io pratico la maldicenza a tempo pieno e, per di più, inventandomi tutto.”
“Io ho il senso dell’amicizia” significa: “Io non so cosa sia l’amicizia, cambio amici a seconda del vento, adoro solo quelli di successo e tolgo quasi il saluto a quelli che non sono più sulla cresta dell’onda.”
“Faccio beneficenza, ma non voglio che si sappia” in realtà significa: “Le poche volte che regalo qualcosa, lo faccio in pubblico.”
Nel caso di “Mi stimo” è vero il contrario: “Mi faccio schifo e, per questo, sono molto infelice.”

da Italiani brava gente…ma non è vero!, La Nave Di Teseo, 2018, in "Tuttolibri La Stampa", 26 maggio 2018

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