Silvio Viale, torinese, è un ginecologo da tempo impegnato sui temi della contraccezione e dell’aborto nell’Ospedale Sant’Anna. E’ anche un dirigente dei Radicali italiani e della Associazione Luca Coscioni. Uno dei temi della sua battaglia politica e professionale negli ultimi anni è stata la contraccezione di emergenza, cioè la cosiddetta “pillola del giorno dopo”.
Niente a che vedere con la “pillola abortiva” Ru 486, il cui uso è finalizzato ad evitare, nell’interruzione di gravidanza, raschiamenti o altri interventi invasivi. La contraccezione di emergenza, se utilizzata entro 8-10 ore dopo il rapporto sessuale potenzialmente ingravidante, opera a monte, serve ad impedire il concepimento. La pillola in questione, a quanto pare con effetti collaterali meno pesanti di un analgesico, è nella maggior parte dei paesi europei un farmaco da banco: può cioè essere venduto senza ricetta. In Italia le resistenze dogmatiche e ideologiche di ispirazione vaticana hanno ritardato a lungo la presenza negli scaffali delle farmacie della pillola del giorno dopo e per ottenerla è prevista una ricetta medica. Non si tratta in ogni caso di una ricettazione specialistica, da ginecologi: la contraccezione di emergenza può essere da qualsiasi medico, fosse anche un dentista o un dermatologo. Trattandosi di contraccezione (e non di aborto) non è prevista per questo tipo di ricetta alcuna obiezione di coscienza. Ma in molte realtà la si accampa in maniera surrettizia e furbesca. Nel 2008 i radicali romani documentarono con una telecamera come nella metà degli ospedali romani, in una notte d’estate, non fosse possibile la contraccezione di emergenza grazie alle scelte dei medici di pronto soccorso che si trinceravano dietro un’improbabile obiezione di coscienza. Nessuno ha perseguito disciplinarmente quei medici.
Niente a che vedere con la “pillola abortiva” Ru 486, il cui uso è finalizzato ad evitare, nell’interruzione di gravidanza, raschiamenti o altri interventi invasivi. La contraccezione di emergenza, se utilizzata entro 8-10 ore dopo il rapporto sessuale potenzialmente ingravidante, opera a monte, serve ad impedire il concepimento. La pillola in questione, a quanto pare con effetti collaterali meno pesanti di un analgesico, è nella maggior parte dei paesi europei un farmaco da banco: può cioè essere venduto senza ricetta. In Italia le resistenze dogmatiche e ideologiche di ispirazione vaticana hanno ritardato a lungo la presenza negli scaffali delle farmacie della pillola del giorno dopo e per ottenerla è prevista una ricetta medica. Non si tratta in ogni caso di una ricettazione specialistica, da ginecologi: la contraccezione di emergenza può essere da qualsiasi medico, fosse anche un dentista o un dermatologo. Trattandosi di contraccezione (e non di aborto) non è prevista per questo tipo di ricetta alcuna obiezione di coscienza. Ma in molte realtà la si accampa in maniera surrettizia e furbesca. Nel 2008 i radicali romani documentarono con una telecamera come nella metà degli ospedali romani, in una notte d’estate, non fosse possibile la contraccezione di emergenza grazie alle scelte dei medici di pronto soccorso che si trinceravano dietro un’improbabile obiezione di coscienza. Nessuno ha perseguito disciplinarmente quei medici.
In compenso l’Ordine dei medici di Torino ha perseguito Viale. Il medico radicale, a richiesta e nominativamente, ha prescritto a signore e ragazze la pillola del giorno dopo in occasione di manifestazioni politiche. La cosa per i soloni dell’Ordine non si può fare, nuoce al prestigio della professione; perciò in una delibera unanime i componenti del consiglio hanno comminato al Viale la più blanda delle sanzioni previste, l’“avvertimento” a non farlo più. Il Viale ha rimandato l’avvertimento al mittente e sta studiando con i Radicali di Torino una qualche forma di ricorso, anche per continuare la battaglia di libertà intrapresa. Continuerà a portare con sé il ricettario e a prescrivere la pillola del giorno dopo anche per strada: è un farmaco di emergenza e sarebbe bene che chi potrebbe averne bisogno lo tenga seco, senza dover girare per procurarselo (spesso invano) ambulatori e ospedali.
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