Dies irae
Verrà
non può essere altrimenti
arriverà
finalmente quel giorno
rimandato da secoli,
s’avvicina
già si sente, il suo ritmo battente
tra gli orizzonti albeggiando,
si sente nell’aria
non può più ritardare, non dovrete
dubitare, verrà
quel giorno
accecante come una spada
vacillando di luce.
***
Un tempo gli alberi avevano occhi
Un tempo gli alberi avevano occhi,
posso giurarlo,
so di certo
che vedevo quando ero albero,
ricordo che mi stupivano
le strane ali degli uccelli
che mi sfrecciavano davanti,
ma se gli uccelli sospettassero
i miei occhi,
questo non lo ricordo più.
Invano ora cerco gli occhi degli alberi.
Forse non li vedo
perché albero non sono più,
o forse sono scivolati lungo le radici nella terra,
o forse,
chissà,
solo a me m’era parso
e gli alberi sono ciechi da sempre.
Ma allora perché
quando mi avvicino
sento che
mi seguono con gli sguardi,
in un modo che conosco,
perché, quando stormiscono e occhieggiano
con le loro mille palpebre,
ho voglia di gridare
Cosa avete visto?…
***
Lo so la purezza
Lo so, la purezza non frutta,
dalle vergini non nascono figli,
è la suprema legge dell'impuro
la tassa sulla vita.
Azzurre farfalle generano bruchi,
generano frutti i fiori tutt'intorno,
la neve bianca è cassata,
la terra calda è infetta.
Incontaminato l'etere dorme,
l'atmosfera brulica di microbi,
puoi non nascere se non vuoi,
ma se esisti ti aspetta la tomba.
È felice la parola nella mente,
pronunciata, l'orecchio la diffama,
su quale piatto della bilancia
pesare - sogno muto o fama?
Tra silenzio e colpa
cosa scegliere - mandrie o loti?
Oh, il dramma di morire in bianco
o la morte di vincere comunque...
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