Dopo l'89 uno dei primi temi di confronto politico e sindacale furono il Tempo e i tempi: il tempo di lavoro, i tempi della vita, i tempi delle donne, la flessibilità, la rigidità. Fu un dibattito piuttosto confuso e distratto. Mentre a sinistra si ragionava su come liberare il tempo, il capitalismo reclamava, otteneva e organizzava una "flessibilità" esclusivamente finalizzata alla valorizzazione del capitale.
Il quotidiano comunista "il manifesto" dedico a il TEMPO due pagine al giorno, con il sottotitolo lavoro e vita, calendari di donne e di uomini. Erano pagine composite: interviste, inchieste, notizie riconducibili all'argomento. Ogni giorno corredava la sezione del giornale una breve "lettura", da un "classico" in qualche modo collegabile alle tematiche affrontate. Posterò su questo blog alcune di quelle letture.
Questo primo testo, sul sabato ebraico, del filosofo e storico Abraham Joshua Heschel rimanda al grande progetto marxiano di "liberazione dal lavoro" e non solo "del lavoro". Fu pubblicato il 17 marzo 1990 e si collega a una presa di posizione dei vescovi piemontesi in difesa della domenica e contro il lavoro festivo "per una vita civile e politica piena". (S.L.L.)
Chi desidera entrare nella santità del giorno deve prima deporre la profanità e il chiasso del commercio, il giogo della fatica. Deve allontanarsi dallo stridore dei giorni dissonanti, dal nervosismo e dalla furia dell’acquisire e dal tradimento perpetrato per prevaricare sulla sua stessa vita. Deve prendere congedo dal lavoro normale e imparare a comprendere che il mondo è stato giù creato e sopravvivrà anche senza l’aiuto dell’uomo. Per sei giorni della settimana noi lottiamo con il mondo, spremendo profitto dalla terra, il sabato ci interessiamo con cura speciale dei semi dell’eternità piantati nella nostra anima. Al mondo diamo le nostre mani, ma la nostra anima appartiene a Qualcun Altro. Per sei giorni della settimana noi cerchiamo di dominare il mondo, nel settimo cerchiamo di dominare il nostro io.
Quando i Romani notarono con quanta intransigenza gli ebrei osservavano la legge di astenersi dal lavoro nel giorno di Sabato, la loro unica reazione fu il disprezzo. Secondo Giovenale, Seneca ed altri, il Sabato era il segno dell’indolenza giudaica.
In difesa del Sabato Filone, il portavoce degli Ebrei di lingua greca ad Alessandria, afferma: “In questo giorno ci viene comandato di astenerci da qualunque lavoro, non già perché la Legge inculchi la rilassatezza… Il suo obiettivo è invece di sollevare l’uomo dalla continua e incessante fatica e, ristorando il suo corpo mediante un sistema di esenzioni ordinatamente calcolato, di farlo ritornare rinnovato alla sua precedente attività,così come un intervallo per respirare permette non soltanto alle persone normali ma anche agli atleti di raccogliere le proprie energie con rinnovato impegno, per intraprendere prontamente e pazientemente ciascuno dei compiti assegnati”.
Qui il sabato è presentato non secondo la Bibbia ma secondo Aristotele, il quale dice: “Noi abbiamo bisogno di rilassarci perché non possiamo lavorare di continuo. il riposo dunque non è un fine”; esso è dato “in vista dell’attività”, allo scopo di acquistare energie per nuovi sforzi.
Nello spirito biblico la fatica è un mezzo per il fine, e il Sabato in quanto giorno di riposo dal lavoro non è stato creato per fare recuperare energie perdute e renderci idonei alla successiva fatica: esso è stato creato per amore della vita. L’uomo non è una bestia da soma, e il Sabato non serve ad accrescere la sua efficienza sul lavoro. “Ultimo nella creazione e primo nell’intenzione” il sabato è “il fine della creazione del cielo e della terra”. Il Sabato non è a servizio dei giorni feriali; sono invece i giorni feriali che esistono in funzione del Sabato. Esso non è un interludio, ma il culmine del vivere…
… Non soltanto le mani dell’uomo celebrano il giorno ma anche la lingua e l’anima osservano il Sabato: in esso non si parla come nei giorni feriali; dovrebbe essere evitato persino il pensiero degli affari o del lavoro.
Da Abraham Joshua Heschel, Il Sabato, il suo significato per l’uomo moderno, Rusconi, Milano, 1987.
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