Alla vigilia del 25 aprile, dopo il mancato invito dell'ANPI ad Alemanno e Polverini per le celebrazioni della liberazione, Sandro Portelli ha scritto per "il manifesto" questo pezzo che mi pare utile conservare anche qui a futura memoria.
La Liberazione di Roma |
Il comune di Roma sfratta la Fattoria Verde, una delle più originali esperienze ecologiche e terapeutiche, per dare lo spazio a un'associazione di estrema destra senza altri requisiti che quelli clientelari. Tiene da un anno sulla corda la Città dell'Altra Economia mentre continua a regalare spazi logistici e politici a Casa Pound. Regione e Comune non si presentano al funerale del partigiano Rosario Bentivegna. E poi Polverini e Alemanno si stupiscono e si lamentano se l'Anpi non li invita alla manifestazione del 25 aprile.
La rinnovata associazione partigiana con questa scelta ha stracciato il velo di ipocrisia che copriva le relazioni fra la festa antifascista e le «istituzioni». Le istituzioni a Roma sono in mano a figure che dell'antifascismo sono storicamente e quotidianamente il contrario.
In questo modo, l'Anpi restituisce al 25 aprile tutto il suo valore contestativo, il valore di una festa che da sempre disturba il potere. E dice una cosa fondamentale sul significato della memoria: in una società divisa, la memoria deve restare divisa e in conflitto, non può disciogliersi dietro una concordia fittizia. Chi è in piazza questo 25 aprile a Roma sa - per dirla con i militanti americani di «Occupy Wall Street» - which side we are on, da che parte stiamo. E la nostra festa ce la riprendiamo.
Alemanno e Polverini sono sia il prodotto, sia i responsabili, di un clima in cui chi sta dalla parte dei princìpi della costituzione e della democrazia viene aggredito, intimidito e fatto tacere. Roma, mai pacificata, è diventata un campo di battaglia deturpata da scritte fasciste, altro che Woody Allen. Dal liceo Avogadro quattro ragazzini fascisti si permettono di dare sulla voce a un partigiano di 84 anni (ma era già successo, per esempio a Mario Fiorentini a Grottaferrata: un tempo in queste situazioni i fascistelli non venivano o stavano zitti, adesso hanno preso l'iniziativa e aggrediscono convinti dell'impunità. Giorni fa un gruppetto di fascisti della Balduina (un quartiere di grande visibilità fascista, ma dove tutte le strade sono intitolate e vittime delle Fosse Ardeatine) sono andati a intimidire una libreria che aveva organizzato un incontro sulla resistenza (che si è fatto comunque) e a vietargli di volantinare nel quartiere. Allo stadio rigurgitano un'altra volta gli slogan antisemiti. E i responsabili di questo clima pretendono pure di salire sul palco con noi? Grazie, Anpi, per avere fatto chiarezza.
il manifesto 24.05.2012
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