21.5.12

La poesia del lunedì. Volker Braun (Dresda - 1939)

Necrologio
Eccomi ancora qui mentre il mio paese si trasferisce a Ovest.
Guerra alle capanne Pace ai palazzi.
Io stesso gli ho dato il calcio finale.
Il mio paese getta via se stesso coi suoi magri fronzoli.
All’inverno è seguita l’estate della cupidigia.
E io posso ben restare in malora.
E incomprensibile diventa tutta la mia poesia.
Quello che non ho mai posseduto mi viene strappato.
Quello che non ho vissuto mi mancherà per sempre.
La speranza giaceva sul cammino come una trappola.
Il mio patrimonio ora ce l'avete voi, tra le vostre grinfie.
Quando tornerò a dire mio, intendendo tutti?

Nota
Nel 1990, dopo l’abbattimento del Muro di Berlino, si avviò l’unificazione delle due Germanie. La poesia è una risposta beffarda – ma anche disperata: si veda il ribaltamento del motto buchneriano “guerra ai palazzi, pace alle capanne” – al pubblicista tedesco-federale Ulrich Greiner, in “Die Zeit” del 22 giugno 1990 si augurava che “le anime morte del socialismo reale” andassero “in malora”. Prima del 1989 Volker Braun, tedesco-orientale, aveva subito persecuzioni e ostracismi per la sua critica alla realtà politica e sociale della cosiddetta Germania democratica, ma non ai valori del socialismo. Il testo è tratto da “l’Indice” di Ottobre 1990, ove è inserito nella sezione l’inedito a cura di Anna Chiarloni, da cui ho ripreso le notizie qui contenute. (S.L.L.)

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