Nella rubrica Fratelli di teglia curata su “La stampa” da Rocco Moliterni, il 23 febbraio 2012, si ragiona dei pesci, del loro sesso e dei loro nomi regionali, di uno in particolare, che come nome principale ha forse donzella. (S.L.L.)
Si nasce incendiari e si muore pompieri, diceva un vecchio detto, ma può anche capitare di nascere femmine e morire maschi (anche senza andare a Casablanca). E' quanto succede alla donzella, che non è una ragazza, ma un pesce dai colori variegati, che popola non solo le barriere coralline ma anche le nostre coste. Appartiene alla specie dei labridi e si riconosce per il caratteristico muso aguzzo. E' un pesce che affascina soprattutto per i suoi colori sia i sub alle prime armi sia quelli che fanno snorkeling. Affascina meno i cuochi e le massaie perché la sua carne non è particolarmente pregiata e al massimo si può usare come uno dei tanti ingredienti di zuppe come il caciucco alla livornese. Ma siccome si pesca non solo a Livorno (dove lo chiamano, come in tutta la Toscana, «c... di re») ma in tutta Italia anche il suo nome cambia come il suo genere e il suo colore. Ora è nicchio e ora è zingarella, per qualcuno pesce re e per altri pesce girasole. In Calabria preferiscono definirlo girella, nel Lazio miccio, in Liguria ziguela, in Sicilia viola. A Napoli ritorna l'idea dell'organo sessuale maschile e finisce per essere «cazzillo e' re». Però proprio perché quando è piccolo (e ancora femmina) popola anche il golfo di Napoli possiamo affermare, per la gioia degli scolari ossessionati dai dettati e dall'ortografia, che la donzelletta vien dalla Campania.
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