12.5.12

Putin e gl alcolici (di Astrir Dakli)

Pubblicità della vodka Putinka
Nel giorno dell’incoronazione di Vladimir Putin (per la terza volta) a capo supremo della Russia, è stato reso noto che il governo cittadino della capitale intende ridurre del 90 per cento, di qui a tre anni, il numero dei negozi autorizzati a vendere alcolici, triplicando inoltre le pene per chi beve alcolici – compresa la birra – in luogo aperto al pubblico. Il doppio giro di vite sulle modalità di vendita e consumo di alcolici rientra nel quadro di una campagna di lotta all’alcolismo lanciata dall’ex presidente Dmitrij Medvedev nell’agosto 2009 e condotta finora abbastanza in sordina; in pratica i vincoli finora posti alla vendita di alcol sono relativi all’orario (proibita la vendita fra le 10 di sera e le 10 del mattino) e al prezzo, che ha un minimo di legge di circa 3 euro per la bottiglia classica da mezzo litro. Se queste nuove misure annunciate dovessero essere effettivamente realizzate, le possibilità di acquistare bevande alcoliche a Mosca (ma certamente la cosa si estenderebbe ben presto a tutto il resto del paese) diminuirebbero drasticamente.
Il che riporta alla mente in modo assai preoccupante la famigerata “legge secca” fatta approvare a suo tempo dal presidente sovietico Michail Gorbaciov: una legge che avrebbe dovuto combattere la piaga storica dell’alcolismo rendendo difficile e costoso produrre, vendere e consumare vino e vodka, ma finì solo per rendere Gorbaciov odioso alla maggior parte dei maschi russi, contribuendo non poco, in ultima analisi, al crollo del Partito comunista e alla dissoluzione dell’Urss (forse non a caso l’”uomo forte” che con un largo consenso di massa prese il potere dalle mani di Gorbaciov fu il noto alcolista Boris Eltsin…). Un ulteriore pessimo auspicio per il nuovo mandato di Putin, quindi: vedremo se l’amato leader – che personalmente non beve se non birra, ma che pochi anni or sono sorrise benevolmente quando un nuovo brand di vodka popolare a basso prezzo fu battezzato col suo cognome (grazie al doppio senso legato alla radice “put-”, che rimanda a “viaggio”) – riterrà di continuare su questa strada o ne cercherà di diverse.
Certo è che il problema dell’alcolismo, al di là delle battute e delle interpretazioni “politiche”, in Russia è particolarmente drammatico. Le statistiche sono terribili: il 76 per cento dei russi adulti (e la quasi totalità dei maschi) bevono regolarmente alcol, al punto che il consumo pro capite (cioè neonati inclusi) annuale è di ben 17 litri di alcol puro, pari a oltre 42 litri di vodka, oltre il doppio della quantità massima che l’Organizzazione mondiale della sanità ritiene tollerabile. L’età media alla quale inizia il consumo regolare di alcol è di soli 14 anni, e si calcola che l’alcol provochi ogni anno ben 75.000 morti in modo diretto (cirrosi e intossicazioni da alcol) e molti di più in modo indiretto attraverso malattie e incidenti collegati all’eccessivo consumo.

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