Il brano è tratto da un articolo su Solženicyn del 1974 successivamente ripreso in volume, ma a me pare avere un valore autonomo. Credo che possa rappresentare, anche in altri diversissimi contesti, una indicazione di metodo, una lezione di stile. (S. L. L.)
Il noto principio «chi giova al mio nemico è mio nemico» è vero solo in termini militari. In termini politici bisogna cosi formularlo: «È mio nemico chi non ho saputo far giovare a me e che perciò giova al mio nemico». Possiamo anche fingere che il militare e il politico, Clausewitz e Lenin, siano una sola cosa e persona. Ma è una illusione. Infatti la seconda formula proposta implica l'autocritica e la prima no. Essa lascia aperta la possibilità di trasformare i nemici in fratelli: «rovesciamento delle alleanze». La formula militare deve invece aspettare ordini da quella politica.
In Questioni di frontiera, Einaudi, 1977, pag.166
In Questioni di frontiera, Einaudi, 1977, pag.166
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