Voi che avete dato l’assalto al cielo
che avete disarcionato l’imperatore
che il canto del mare avete sognato
nelle sere di libeccio, mentre il desiderio
spezzava i muri delle celle e volavate,
volavate alti sui monti, Icari
della lotta e della libertà, voi che il sole avete strappato con le mani
facendone fuoco per le notti d’inverno, voi che i profili dei compagni avete amato incisi nella carne, voi che avete calpestato con furore
pochi metri di terra sepolta nel cemento, che avete alzato fragori d’ acciaio e voci e canti a riempire un universo di silenzio, voi che la solitudine
avete amato e odiato come compagna inestimabile, che percorso avete tutte le strade del possibile, che osato avete l’utopia dell’impossibile, che avete spezzato con il fuoco e con il ferro
la servitù del capitale, voi che la morte vi siete fatta compagna nelle notti, nei giorni delle metropoli, voi che la bandiera dell’odio di classe avete alzato
al di sopra delle teste piegate, degli occhi spenti, delle labbra chiuse del proletariato, voi che avete dato l’assalto al cielo che avete disarcionato l’ imperatore.
Dal sito “Interferenze”
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