17.9.18

E se due virus scatenassero l’Alzheimer? (Giuliano Aluffi)


È possibile che l'Alzheimer abbia, anche, un'origine virale: a suggerirlo, seppure in modo non definitivo, è uno studio americano, pubblicato su “Neuron”, dove è stato sequenziato il Dna dei tessuti di mille cervelli. I ricercatori hanno trovato, nel 30 per cento dei 622 cervelli di malati di Alzheimer precoce, una quantità molto maggiore di due ceppi dell'herpes virus, HH-V6A e HHV7, diversi dal più comune Herpes simplex, e capaci di infettare i neuroni. «La nostra ricerca era nata per studiare i geni coinvolti nell'Alzheimer, in modo da cercare una cura. A un certo punto però, grazie al sequenziamento di nuova generazione - una tecnologia che permette di individuare molte più tracce di Dna - abbiamo fatto una scoperta: alcuni geni, che fanno la differenza tra chi si ammala di Alzheimer e chi no, hanno anche un ruolo antimicrobico e antivirale» spiega il genetista Joel Dudley, della Mount Sinai School of Medicine di New York. «Questo è stato il primo indizio del possibile coinvolgimento di virus nella malattia».
Dopo aver riscontrato la maggior presenza di Dna virale nei cervelli dei malati, i ricercatori hanno affrontato un'altra questione: «Ci siamo chiesti se il virus fosse solo un "passeggero", senza rapporti con la malattia. Abbiamo perciò ricostruito i messaggi chimici che il Dna dei malati e il Dna dei virus si scambiano, elaborando una mappa». Risultato: qualche relazione c'è, ma non è detto che sia di causa-effetto: potrebbe essere il virus a scatenare l'Alzheimer ma è anche possibile che, con il cervello indebolito dall'Alzheimer, per il virus sia più facile proliferare. «Perciò è presto per ipotizzare che i farmaci antiretrovirali possano prevenire l'Alzheimer» dice Dudley. «Ma è importante capire di più sul ruolo dei virus, e quindi del sistema immunitario, nella malattia».

IL VENERDÌ di “Repubblica” ■ 6 LUGLIO 2018

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