2.10.10

Oddea! Nel quinto anniversario della morte di Pino Tagliazucchi.

Pino Tagliazucchi, che era membro della segreteria nazionale della Fiom, si inventò il “bollettino internazionale” al tempo della Flm. Cominciò allora il lavoro paziente di ricerca e selezione di informazioni, di dati statistici, di analisi, da reperire spulciando la stampa specializzata per costruire un quadro di notizie sulla congiuntura economica nelle diverse aree del mondo, sul lavoro, sulle lotte e sui contratti, con una attenzione prevalente ai paesi del capitalismo avanzato, ma non senza aperture all’Est, al Terzo Mondo e, in particolare, ai paesi in cui maturava dentro la più generale questione sociale, una questione operaia. Era un impegno di grande artigianato che Tagliazucchi compiva praticamente da solo, aiutato dalle precedenti esperienze di sindacalismo internazionale e da una perfetta conoscenza delle lingue più parlate e di alcune altre. Ogni due mesi usciva il “bollettino”, per alcuni anni ciclostilato, poi stampato.
Quando la Flm si sciolse Pino continuò il suo lavoro prezioso per la sola Fiom. Nacque così negli anni Ottanta “Notizie internazionali”, presentato come “bollettino bimestrale della Fiom Cgil” e Pino continuò ad averne cura fino alla porpria morte, il 2 ottobre 2005. Era intanto andato in pensione dal sindacalismo attivo e si era trasferito a Perugia. Da lì continuava a fornire ai metalmeccanici e a tutto il sindacato un sobrio, quasi spartano, e utilissimo strumento di conoscenza. C’era anche una rubrica “umoristica”. Pino recuperava dalla stampa internazionale alcune notizie curiose, citando in nota la fonte, e vi aggiungeva, in corsivo, una battuta di commento. Si sorrideva il più delle volte, ma c’era poco da divertirsi.
Oggi, in questo quinto anniversario un po’ dimenticato della morte di un grande sindacalista e un grande socialista, propongo un assaggio dalla rubrica, da tre numeri diversi. E' anche un modo per ricordare il compagno di lotta e l’amico fraterno (S.L.L.).
Titolo di Le Monde[1]: “La crisi finanziaria provoca il collasso dei prezzi dei diamanti”[e adesso come faccio?]. (da “Notizie internazionali” N.58 novembre 1998)
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“Non potendo mantenere la sua famiglia, dopo aver perduto il suo lavoro, Roberto Fuentes è andato ad implorare San Gaetano, patrono del pane e del lavoro”[2] – ed ha dovuto mettersi in coda a una fila lunga 15 blocchi di edifici. Questo accade in Argentina. San Gaetano era un prete del XVI secolo che ha speso il patrimonio di famiglia per aiutare i poveri di Napoli e poi ha dovuto emigrare insieme a loro, diventando, evidentemente, San Cayetano [perchè i poveri di santi in paradiso ne hanno uno solo, i ricchi invece...] . (da “Notizie internazionali” N.58 novembre 1998)
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Una signora della buona società newyorkese partecipa a una cena di beneficenza – fa bene all’anima e si è in compagnia elevata. Costo del posto a tavola 10 mila dollari[3]. Può lì comprarsi una sciarpa di shaltoosh, una strana stoffa tessuta con peli di chirus, una specie di antilope dell’altopiano tibetano; è leggera, è così fine che può essere infilata in un anello, è calda come una pelliccia. E non è pelle di animale morto ammazzato, che non fa fino. Poi si scopre che per fare una sciarpa ci vogliono 5 chirus – morti [ammazza quanto pesa quella sciarpa leggera]. (da “Notizie internazionali” N.64 novembre 1999)
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Non è affatto vero che le alte autorità pensano poco ai problemi ambientali. Prendete, ad esempio, i vertici delle forze armate americane. Hanno scoperto che nei loro safari certi tizi piuttosto facoltosi usano delle pallottole al platino per sbattere a terra gli ippopotami e gli è venuta un’idea: perché non usare delle pallottole “verdi”, al tungsteno, al posto di quell’orribile piombo che inquina il terreno. Si comincia dai poligoni di tiro[4], dove si spende un’iradiddio per ripulire il terreno dai frammenti di migliaia di proiettili - [e dopo quelle "umanitarie" avremo le guerre "verdi"]. (da “Notizie internazionali” N.62 - 63 settembre 1999)


[1] Le Monde, 5 novembre 1998.
[2] Herald Tribune, 9 agosto 1997.
[3] Time, 18 ottobre 1999
[4] Economist, 31 luglio 1999

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