19.10.16

Italia. Le città del carnevale

Maschera carnevalesca a Venezia
Venezia sostituì Roma nel XVIII secolo come centro ineguagliato di follia carnevalesca, più individuale che collettiva, e tende oggi a riconquistare quel primato. A Viareggio l’usanza di mascherarsi e di sfilare su carrozze o su carri, bevendo e cantando, aveva lontane origini. Nel 1873 ci fu una svolta. In quell’anno, pare, alcuni buontemponi si divertirono alle spalle dell’esattore delle tasse e dettero il via a quella che sarebbe rimasta la caratteristica, blandamente dissacratoria ma sempre spettacolare, della loro festa di massa.
Carnevale di Busseto
Busseto dopo Viareggio. La società locale del Carnevale e la sfilata dei carri risalgono al 1879. Un volantino del 1891 diceva: «Di fronte al nostro cranval scompaiono le sette meraviglie del mondo». Ai carri fanno da contorno pranzi pantagruelici, a base di lambrusco e, per l'occasione, di testuzzo, soave cotechino fatto con la testa di maiale.
L’abbuffata con cibo «rituale» è diffusa. Per il Carnevale si servono fagioli a Biella, Santhià, Casorzo, Ivrea; polenta a Tossignano; gnocchi a Verona e Castel Goffredo; baccalà a Ponti; panzerotti a Diano Marina; maccheroni a Ronciglione; bruschetta a Poggio Mirteto; maiale dovunque: a nord e a sud.
Carnevale di Bagolino
In alcuni altri centri il Carnevale ha caratteristiche particolari. A Bagolino (Brescia), ballerini e musici, che indossano abiti fastosi, cappelli ricchi di nastri e ori, portano una maschera di tela su cui è dipinta una bautta nera e si esibiscono per le vie secondo un rituale antico e composto. Altri gruppi, in abiti tradizionali, improvvisano scenette comiche più spontanee e chiassose. 
Carnevale dei belli e dei brutti a Schignano
A Schignano (Como), la festa s’impernia sulla contrapposizione dei «belli e dei brutti». I belli hanno vesti leziose e campanacci di bronzo; i brutti hanno vesti lacere e campanacci di latta.
Milano, Carnevale a Piazza Castello
A Milano il Carnevale presenta caratteristiche di minore spontaneità fin dai secoli passati quando patrizi e plebei organizzavano balli, mascherate, corse di cavalli.



Redazionale da “Qui Touring”, mensile del TCI. Ritaglio senza data, probabilmente 1981.

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