17.10.16

"Viviraggiu" (S.L.L.)

Il termine "viviraggiu" si usava in diversi paesi della Sicilia come sinonimo di "ricompensa", di "mancia": era il denaro che si dava a qualcuno "per una bevuta" come segno di gratitudine per un servigio non retribuito che si era ricevuto; insomma l'equivalente del biglietto di 5 euro che si dà a qualcuno "per prendersi un caffè".
Al mio paese aveva un uso più specifico, nei pubblici bandi.
Vi operavano ben due banditori professionali, specializzati in annunci ad alta voce. I socialcomunisti per preparare le riunioni, frequenti e spesso affollatissime, di contadini le facevano "vanniari" in tutto il paese da un Peppi, di origini palermitane, detto Patriarca (non so se si trattasse del cognome o di un soprannome). Ma per bandi più "neutri" ci si rivolgeva a un altro Peppi, autoctono, Peppi Iacona detto Iaià, il quale si dichiarava fascista e per questo di quando in quando scambiava qualche insulto con l'altro, che si diceva comunista.
Iaià era alto, allampanato e gran fumatore, poverissimo ma nell'aspetto dignitoso, specie nei mesi autunnali e invernali: il cappotto doppio petto grigio che indossava era vecchissimo, ma gli stava a puntino. Più che con i "bandi" si manteneva con piccoli trasporti a mano, con la carriola. Talora si faceva aiutare da un ragazzino, un nipote un po' discolo che gli fregava qualche moneta, di nome Gioacchino. Fu per qualche lustro ricordato un inseguimento per le vie cittadine. Lo zio rincorreva il nipote gridandogli: "Iachinuò, disgrazziatu rollu, dunami li vinti liri!".
Iaià aveva il monopolio dei "bandi" per gli oggetti smarriti, e le sue "vanniate" erano a volte davvero pittoresche. Celebrata era quella che - più o meno - faceva: "Cu' à axhiatu un potafuogliu, l'abbucassi a la posta. Tinitivi li grana, ma datici le documenta a ddru mischinu". Di solito gli annunci di smarrimento, di una borsa, una giacchetta, un paio di lenti, un berretto, un cane, un gatto, si aprivano con la formula "Cu à axhiatu..." e la descrizione dell'oggetto e si concludevano con la promessa di una mancia: "ca c'è lu viviraggiu".
Con questo significato specifico a quel tempo si usava "viviraggiu": era la mancia dovuta all'artefice di un ritrovamento.

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