“L'Unità” del 5
settembre del 1961 pubblicava senza firma, nella pagina degli
spettacoli un articolo dal titolo La nuova stagione teatrale non
promette molte sorprese. Vi
leggo del Brecht interpretato da Franco Parenti con regia di De Bosio
(La resistibile
ascesa di Arturo Ui) e
dell'imminente debutto della compagnia Fo-Rame con Chi ruba
un piede è fortunato in amore. Vi
leggo della messa in
scena di Un cannone per Mariù del
mitico Giancarlo Fusco, che però andrà in scena solo nel 1964 con
la compagnia Cobelli-Perego e la partecipazione, tra gli interpreti,
di Pia Rame, la sorella sarta di Franca, e di una giovanissima
Ombretta Colli ancora fresca del secondo posto a Miss Italia. Vi
leggo degli spettacoli pirandelliani legati ai 25 anni dalla morte
(ben tre Enrico IV),
dei progetti della compagnia Lupo-Pani e di quella Morelli-Stoppa,
del ritorno al teatro di Monica Vitti e Andreina Pagnani e di alcuni
progetti non realizzati.
Tra di essi uno che avrebbe fatto notizia
anche nel caso di un fiasco clamoroso: la formazione di una compagnia
Eduardo-Magnani. Ce n'è poi un altro più intrigante e curioso:
“Peppino De Filippo avrà al suo fianco quest'anno Ornella Vanoni.
Per loro Federico Zardi dovrebbe scrivere La nuova
Mandragola, commedia con
musiche, tratta dal capolavoro di Machiavelli. Regia di Daniele
D'Anza”.
L'articolista,
nell'esprimere una valutazione complessiva, parla di “disorientamento
e mancanza di idee”. Non manca la denuncia dell'asfissiante censura
clerical-democristiana che pesa come un incubo sul teatro italiano
non meno che sul cinema.
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