6.10.16

Le infamie della borghesia (S.L.L.)

Continuo ad essere nevrastenico.
Lo spettacolo involontariamente visto in tv l'altro ieri sera è stato per me una provocazione e l'origine di una grande sofferenza. In un tg di mediaset (Rete4, credo) si celebrava la morte di un certo Caprotti o Capriotti. Lo raccontavano come un grande imprenditore, fondatore della Esselunga. Era già disturbante il generale clima di apoteosi, di glorificazione. Le commesse di un grande magazzino della catena cantavano il buon padrone, dopo l'intervista a una ex che aveva vinto non so qual concorso musicale, ottenendo fama e successo di cantante. Sembravano sprizzare felicità da tutti i pori, come se quel lavoro non fosse assai spesso sottopagato, precarizzato, sottoposto a vere e proprie vessazioni.
A commento del tutto, un critico d'arte televisivo, un certo Daverio che ha nome francese e cura meticolosamente la sua immagine di raffinato e di erudito, amabilmente proclamava che nelle vene di quel Caprotti (o comunque si chiami) scorreva il sangue della grande borghesia imprenditoriale europea. Proprio così, "scorreva il sangue": l'esaltazione di questa stirpe di "benefattori" assumeva perfino toni razzistici. Due secoli di scientifico sfruttamento, le povertà derivate, le malattie professionali, il fascismo, il nazismo, Vichy, la ferocia del colonialismo, due guerre europee catastrofiche, un tentato genocidio, tutto archiviato e cancellato. La borghesia è grande e magnifica, è la specie eletta.
Hanno vinto, per questo giro, anche per gli errori e i cedimenti nostri e dei nostri, hanno sconfitto - per ora - l'assalto al cielo dei poveracci, dei paria proletari. E pertanto maramaldeggiano.
Ce lo dicono i maestri che le idee dominanti sono le idee della classe dominante: l'idea secondo cui questa genìa di privilegiati ereditieri, di sfruttatori spietati e spudorati, sarebbe una congrega di filantropi che diffonde lavoro e ricchezza è ritornello che in tantissimi cantano, anche tra gli sfruttati. E tuttavia questo manganellamento, questa tracotanza portata fin dentro le case dei proletari, questa volgarità ammantata di sciccheria e di amabilità, questa infamia borghese è per me impossibile da sopportare.
Sono esploso, mi sono messo a gridare come un matto. Mi ha perfino telefonato un mio fratello: "ti sentono anche in piazza". Gli ho detto "Magari!". Non è così purtroppo: non mi sentono né in quella né in nessun'altra piazza. Non è tornata a dominare solo la borghesia. Domina anche la menzogna.
Intanto pare che anche le Deutsche Bank scricchioli. Nuovi disastri, nuove immani sofferenze si preparano. Tornerà prima o poi in chi sta sotto la coscienza di classe? Ci saranno apostoli capaci di diffonderla con i mezzi di oggi, di rompere il muro che circonda la verità e che rafforza l'oppressione?


Stato fb 1 ottobre  

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