Ogni grande civiltà ha
alcune colture attorno alle quali si sviluppa e fiorisce. Il ciclo
vegetativo e i prodotti di queste piante regolano la scansione della
vita pubblica e privata, della cultura e perfino delle pratiche
religiose. In Occidente sono il grano, la vite e l’ulivo. In Asia
orientale, la regione che si estende dall’India verso Est fino
all’arcipelago giapponese, includendo la Cina e i Paesi del Sud-est
asiatico, sono il riso e il tè. In questa porzione di mondo il cibo
principale è il riso e la bevanda tradizionale il tè, soprattutto
nella sua versione non ossidata, cioè il tè verde. In quei climi,
la pianta del tè oltre che coltivata, esiste anche in forma
spontanea. Di là, all’inizio del XVII secolo, la bevanda si è
diffusa anche in Europa grazie ai commerci che gli occidentali
intrattenevano con l’Asia. La letteratura e l’arte testimoniano
l’importanza del tè nelle culture di questi Paesi: un esempio è
il caso della «cerimonia del tè» sviluppatosi in Giappone a
partire dal XV secolo.
La pianta del tè,
originaria delle zone tropicali e
subtropicali, è una varietà della specie della camelia ed è detta
camellia sinensis, di cui si utilizzano le foglie o i
germogli per preparare infusi o anticamente anche decotti. In Cina la
regione dello Yunnan, in India quella dell’Assam e in Giappone la
provincia di Shizuoka sono famose per le loro varietà pregiate. Oggi
la coltivazione è presente in tutti i Paesi dall’Asia Orientale, e
in tutti il suo consumo è elevato. Nell’antichità la bevanda del
tè era apprezzata per le sue proprietà terapeutiche e nella
medicina tradizionale cinese era considerata un valido aiuto per
rafforzare il cuore. Venne largamente utilizzata anche nei monasteri
buddhisti come blando eccitante per mantenere la veglia durante le
lunghe sedute di meditazione.
Sebbene le prime
testimonianze siano molto più antiche, in Cina l’uso di bere il tè
si diffuse ampiamente durante l’era Tang (618-907), anche grazie al
primo trattato sulla pianta e sui suoi usi, il Canone del tè
scritto da Lu Yu nel 758 d.C. In Giappone abbiamo evidenza storica
della presenza della bevanda del tè già nel VII secolo d.C.,
sebbene in ambiti molto ristretti. Il monaco zen Eisai all’inizio
del XII secolo lo reimportò dalla Cina e diede l’avvio alla sua
coltivazione e all’uso nei monasteri. Dopo di allora il suo uso si
diffuse dapprima tra le classi elevate, poi anche tra la popolazione
comune.
“la lettura –
Corriere della Sera”, 22 maggio 2016
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