Il termine "viviraggiu" si
usava in diversi paesi della Sicilia come sinonimo di "ricompensa",
di "mancia": era il denaro che si dava a qualcuno "per
una bevuta" come segno di gratitudine per un servigio non
retribuito che si era ricevuto; insomma l'equivalente del biglietto
di 5 euro che si dà a qualcuno "per prendersi un caffè".
Al mio paese aveva un uso più
specifico, nei pubblici bandi.
Vi operavano ben due banditori
professionali, specializzati in annunci ad alta voce. I
socialcomunisti per preparare le riunioni, frequenti e spesso
affollatissime, di contadini le facevano "vanniari" in
tutto il paese da un Peppi, di origini palermitane, detto Patriarca
(non so se si trattasse del cognome o di un soprannome). Ma per bandi
più "neutri" ci si rivolgeva a un altro Peppi, autoctono,
Peppi Iacona detto Iaià, il quale si dichiarava fascista e per
questo di quando in quando scambiava qualche insulto con l'altro, che
si diceva comunista.
Iaià era alto, allampanato e gran
fumatore, poverissimo ma nell'aspetto dignitoso, specie nei mesi
autunnali e invernali: il cappotto doppio petto grigio che indossava
era vecchissimo, ma gli stava a puntino. Più che con i "bandi"
si manteneva con piccoli trasporti a mano, con la carriola. Talora si
faceva aiutare da un ragazzino, un nipote un po' discolo che gli
fregava qualche moneta, di nome Gioacchino. Fu per qualche lustro
ricordato un inseguimento per le vie cittadine. Lo zio rincorreva il
nipote gridandogli: "Iachinuò, disgrazziatu rollu, dunami li
vinti liri!".
Iaià aveva il monopolio dei "bandi"
per gli oggetti smarriti, e le sue "vanniate" erano a volte
davvero pittoresche. Celebrata era quella che - più o meno - faceva:
"Cu' à axhiatu un potafuogliu, l'abbucassi a la posta. Tinitivi
li grana, ma datici le documenta a ddru mischinu". Di solito gli
annunci di smarrimento, di una borsa, una giacchetta, un paio di
lenti, un berretto, un cane, un gatto, si aprivano con la formula "Cu
à axhiatu..." e la descrizione dell'oggetto e si concludevano
con la promessa di una mancia: "ca c'è lu viviraggiu".
Con questo significato specifico a quel tempo si usava "viviraggiu": era la mancia dovuta all'artefice di un ritrovamento.
Con questo significato specifico a quel tempo si usava "viviraggiu": era la mancia dovuta all'artefice di un ritrovamento.
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