12.10.16

Allarme. Sempre meno acciughe nei mari italiani (Pagina 99)


È chiamata la regina del pesce azzurro ed è uno degli ingredienti preferiti dagli amanti della pizza alla napoletana. L’acciuga, o alice, è anche la specie più pescata in Italia. Ma il suo primato potrebbe finire, per colpa di parassiti e meduse. I mari italiani infatti si stanno riempiendo di Anisakis, parassita che vive nell’intestino dei pesci e può arrivare ad attaccare anche i loro muscoli. Larve di Anisakis sono state trovate in moltissimi esemplari già a partire dal 2013, quando è scattato l’allarme.
Il pericolo però si può arginare. I medici suggeriscono di non mangiare il pesce crudo, preferendo invece la cottura, che uccide il parassita già a 70 gradi. Un’altra soluzione è il congelamento, che allo stesso modo fa morire le eventuali larve già da una temperatura di -20, oppure la conservazione sotto sale. Non bastasse lo sviluppo di Anisakis, nel 2016 sono le meduse tentacolate a minacciare le alici. Questa specie, caratteristica dell’Oceano Atlantico e Pacifico, è arrivata nel Mediterraneo attraverso cargo provenienti dall’America e si è adattata facilmente al nuovo habitat. Nel 2005 ci sono stati i primi avvistamenti nel mare Adriatico. Oggi l’Istituto di ricerca marina e costiera di Dubrovnik ha dichiarato alla rivista “New Scientist” che ci sarebbero 500 esemplari per metro quadro solo nel tratto di costa compreso tra Italia, Slovenia e Croazia. Non sono pericolose per l’uomo, ma le meduse tentacolate si riproducono molto velocemente, consumando gran parte delle riserve di zooplankton di cui si nutrono le larve di acciughe. «È la prima volta che queste specie sono presenti in numero così alto nei nostri mari», ha sottolineato ancora al “New Scientist” Valentina Tirelli dell’Istituto nazionale di oceanografia e geofisica sperimentale di Trieste.
Dopo Anisakis e meduse, ora c’è anche la pesca intensiva che incombe sulla sopravvivenza delle alici. Per anni la grande disponibilità di questo pesce è stata sfruttata dai pescatori italiani senza tenere conto dei rischi legati alla conservazione della specie. Greenpeace Italia ad aprile 2016 ha dichiarato che il 95% delle risorse ittiche locali è pescato eccessivamente, chiedendo al ministero delle Politiche agricole di prendere provvedimenti per ridurre la pesca.


Pagina 99, 8 ottobre 2016 – Articolo redazionale non firmato

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