Tale è infatti nelle
nostre rappresentazioni il sapere:
scuro,
salmastro,limpido, in continuo movimento,
profondamente libero...
Elizabeth Bishop
Ma forse facevamo soltanto finta di non
sapere niente.
Forse così era più facile, di fronte
all'enormità
dell'esperienza,
di fronte alle sofferenze (sofferenze
altrui, in generale).
Forse c'era in questo addirittura un
po' di pigrizia
e un briciolo di indifferenza
ostentata. Forse pensavamo:
meglio essere un tardo epigono di
Socrate
piuttosto che riconoscere che qualcosa
tuttavia sappiamo.
Forse nelle lunghe passeggiate, quando
ci si disvelavano
la terra e gli alberi, quando
cominciavamo a capire
qualcosa,
avevamo paura del nostro coraggio.
Forse il nostro sapere è amaro, troppo
amaro,
come le grigie fredde onde del Mare del
Nord,
che ha risucchiato già così tante
navi,
ma continua ad essere affamato.
Poesia n. 310 Dicembre 2015 - Traduzione di Marco Bruno
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