Suscitano unanime
condanna i killer delle bande criminali che, se scoperti, sono puniti
con la pena capitale o l’ergastolo. Quando invece a inviarli è lo
Stato, sono comunemente considerati legali e ricompensati per i loro
meriti. È questo il caso dei killer professionisti delle forze
speciali statunitensi. Nate come Berretti Verdi, ufficializzati dal
presidente democratico Kennedy nel 1961 e impiegati nella guerra del
Vietnam, le forze speciali furono promosse dal repubblicano Reagan,
che nel 1987 costituì un apposito Comando delle operazioni speciali,
lo Ussocom. Dopo essere state usate dal repubblicano Bush nella
«guerra globale al terrorismo» soprattutto in Afghanistan e Iraq,
ora, con il democratico Obama, stanno assumendo ulteriore importanza.
Come emerge da un’inchiesta del “Washington Post”, le forze per
le operazioni speciali sono oggi dispiegate in 75 paesi, rispetto a
60 due anni fa. Decide e pianifica le operazioni la Comunità di
intelligence, formata dalla Cia e altre 16 organizzazioni federali.
In Afghanistan – confermano funzionari del Pentagono intervistati
dal New York Times – le forze convenzionali Usa diminuiranno nel
2013 il loro ruolo di combattimento, «la cui responsabilità passerà
alle forze per le operazioni speciali», che «resteranno nel paese
ben oltre la fine della missione Nato nel 2014». Loro compito sarà
quello di «dare la caccia ai leader degli insorti, catturarli o
ucciderli, e addestrare truppe locali». Verrà creato un apposito
comando delle operazioni speciali, le cui unità saranno organizzate
in una nuova «Forza di attacco in Afghanistan». Quello adottato in
questo paese sarà un «modello» per altri. Una direttiva segreta,
nel settembre 2009, ha autorizzato «una forte espansione delle
attività militari clandestine, con l’invio di commandos per le
operazioni speciali in paesi, sia amici che ostili, del Medio
Oriente, dell’Asia centrale e del Corno d’Africa». Il Comando
delle operazioni speciali, che ufficialmente dispone di circa 54mila
specialisti dei quattro settori delle forze armate, organizzati in
«piccole unità d’élite», ha il compito di «eliminare o
catturare nemici e distruggere obiettivi». Si occupa inoltre di
«guerra non convenzionale condotta da forze esterne, addestrate e
organizzate dallo Ussocom; controinsurrezione per aiutare governi
alleati a reprimere una ribellione; operazione psicologica per
influenzare l’opinione pubblica straniera così che appoggi le
azioni militari Usa». Nel quadro della «guerra non-convenzionale»,
lo Ussocom impiega anche compagnie militari private, come la Xe
Services (già Blackwater, nota per le sue azioni in Iraq) che
risulta impegnata in varie operazioni speciali, anche in Iran. L’uso
di tali forze offre il vantaggio di non richiedere l’approvazione
del Congresso e di rimanere segreto, non suscitando reazioni
nell’opinione pubblica. I commandos delle operazioni speciali in
genere non portano neppure l’uniforme, ma si camuffano con
abbigliamento locale. Gli assassini e le torture che compiono restano
così anonimi. E poiché sono gli Stati uniti a dettar legge nella
Nato, molto probabilmente gli alleati stanno adottando lo stesso
modello. Quello dell’Anonima Assassini delle «grandi democrazie»
occidentali.
“il manifesto”, 7
febbraio 2012
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