7.1.19

La Supercoppa in Arabia e la scomoda verità delle parole di Angelo Micciché (Luca Angelini)

Mohammed bin Salman
«Il fatto che la Supercoppa italiana si giochi in un Paese islamico dove le donne non possono andare allo stadio se non sono accompagnate dagli uomini è una tristezza, è una schifezza». Così parlò Matteo Salvini, dando voce all’indignazione di tanti, di destra, di centro e di sinistra. Però, scrive su “Linkiesta “Fulvio Scaglione, ex vicedirettore di “Famiglia Cristiana”, dopo aver concordato che «l’Arabia Saudita è uno Stato canaglia. Anzi: se incrociamo spregiudicatezza e ricchezza, è “lo” Stato canaglia per eccellenza. Per decenni ha finanziato l’estremismo e il terrorismo islamico in tutto il mondo», e lo è ancor di più da quando «è dominata da un giovanotto, il principe ereditario Mohammed bin Salman, 33 anni, che distribuisce la pena di morte come l’aspirina, discrimina (eufemismo) le minoranze etniche e religiose, tratta le donne come esseri inferiori, conduce una guerra di sterminio dei civili nello Yemen e, nei ritagli di tempo, fa rapire, uccidere e smembrare i giornalisti scomodi».
Concordato su questo, forse andrebbero meditate meglio le parole del presidente della Lega Calcio, Gaetano Miccicché: «L’Arabia Saudita è il maggior partner commerciale italiano nell’area mediorientale grazie a decine di importanti aziende italiane che esportano e operano in loco, con nostri connazionali che lavorano in Arabia e nessuno di tali rapporti è stato interrotto. Il sistema calcio non può assurgere ad autorità sui temi di politica internazionale, né può fare scelte che non rispettino il sistema Paese. Al contrario, è un fondamentale supporto alla promozione del Made in Italy e dei suoi valori». Traduzione di Scaglione: «noi del calcio siamo le majorette e i mangiafuoco, ma il circo è il vostro. Siete voi quelli del business vero, quelli che vendono ai sauditi le bombe da usare nello Yemen, quelli che vanno in missione diplomatica e poi si picchiano per i Rolex da rappresentanza distribuiti dal principe (novembre 2015, epoca Renzi), quelli che costruiscono il centro direzionale di Milano con i petrodollari di bin Salman. Anzi, diteci pure grazie, perché con il nostro balletto allietiamo le folle e vi spianiamo la strada».

Dalla rassegna stampa del “Corriere della Sera”, 5 gennaio 2019

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