23.1.19

Stretta di mano obbligatoria per diventare cittadini. La legge danese è un sopruso?



Per diventare cittadini danesi, dal 1° gennaio è obbligatorio stringere la mano al sindaco o a un funzionario statale. La legge voluta dal governo di centrodestra può interpretarsi come un sopruso provocatorio nei confronti dei musulmani, e anche degli ebrei tradizionalisti, visto che in codeste religioni vige – più o meno rispettato – l'obbligo di astenersi in pubblico dal contatto fisico con persone dell'altro sesso. Molti sindaci danesi, riferisce “ Le Monde”, annunciano che faranno di tutto per evitare di applicare la legge, perché a loro avviso viola la libertà religiosa e ha un chiaro intento islamofobo. La ministra dell’Integrazione, Inger Stojberg, nega invece qualsiasi proposito discriminatorio e la mette sul piano della «lealtà» e del «rispetto»: «È chiaramente un simbolo. In questo paese c’è l’uguaglianza, l’abbiamo da parecchie generazioni e abbiamo lottato per averla. È dunque nostro dovere proteggerla e rispettarla».
La scelta si collega all'orientamento “duro” verso gli immigrati della coalizione di centrodestra che governa da qualche anno in Danimarca e che tende a rafforzare le misure di assimilazione. L'obbligo della stretta di mano si aggiunge a una legge, approvata la scorsa estate, che vieta il velo e il burka in pubblico e anche prima della sua introduzione le norme danesi sulla cittadinanza erano piuttosto restrittive: poteva chiederla solo chi è residente da almeno 9 anni, è autonomo finanziariamente, dimostra di conoscere la lingua, la storia e la politica danese e non ha precedenti penali.
L'esempio danese sembra far proseliti in Francia e Svizzera per esempio, e non solo a destra. A Losanna, per esempio, il sindaco Grégoire Junod, socialista, si è rifiutato di convalidare la cittadinanza a una donna che ha rifiutato di stringergli la mano.

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