24.9.13

La strega, le tenaglie e la baltresca (da Leonardo Sciascia)

Uno dei libri più belli e, forse, meno conosciuti di Leonardo Sciascia è La strega e il capitano, inchiesta su un processo milanese e secentesco per stregherìa nata in margine alla lettura del Manzoni e insieme inchiesta sul potere e sulla giustizia, civile ed ecclesiastica, nella storia di ieri e di oggi. Ne consiglio vivamente la lettura. Qui ne riprendo due passi dall’ultimo capitolo, l’uno e l’altro tratti da atti ufficiali, benché il secondo sia corredato da una utilissima precisazione del nostro scrittore. (S.L.L.)

Dall’ordinanza del Senato in vista dell’esecuzione della pena capitale (febbraio 1617)
"Sia condotta sopra un carro al luogo del pubblico patibolo, ponendole sulla testa una mitra con la dicitura del reato e figure diaboliche, e percorrendo le vie e i quartieri principali della città col tormentarla nel corpo con tenaglie roventi, per poi essere bruciata dalle fiamme..."

Dal registro della Compagnia che assisteva i condannati a morte (4 marzo 1617)
“Giustizia fatta su la Vetra, fu abbruggiata una Caterina de Medici per strega, la quale aveva maleficiato il Senatore Melzi; fu fatta una Baltresca sopra la Casotta; fu strangolata su detta Baltresca all'alto, che ognuno poteva vedere; ma prima fu menata sopra di un carro e tenagliata. Era sotto l'ufficio del signor Capitano, fu sepolta a Santo Giovanni; questa fu la prima volta che si facesse Baltresca."
(“La baltresca – spiega Sciascia – era una specie di castelletto, a che tutti non perdessero nulla dell’orrendo spettacolo”)

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