Nel 2006, dopo una recensione
della Rossanda a un libro di Fumagalli sul rapporto tra i cristiani e la guerra,
da lui giudicata molto indulgente verso il cristianesimo antico e moderno, Mario Alighiero Manacorda scrisse al “manifesto”, per sottolineare quelli che gli sembravano essere i
veri contenuti dei Vangeli e la vera storia del cristianesimo.
Rossanda rispose
un po’ piccata, ma credo che Manacorda avesse molte ragioni.
Riprendo qui i due
interventi. (S.L. L.)
Cristo guerriero. Cappella arcivescovile, Ravenna. |
II Vangelo non è solo amore.
Rossana, sei diventata buonista?
Un dispiacere mi è venuto anche
da Rossana Rossanda, che recensendo il libro della Fumagalli, Cristiani in armi (il manifesto 30
giugno), commenta che all’immagine di un Dio terribile il cristianesimo ha
aggiunto quella di un Dio amoroso, anzi «nei Vangeli non c’è che questo. Più
che un paio di frustate Gesù non somministra ai mercanti nel tempio, invita
l’offeso a porgere l’altra guancia e a non ferire di spada, conversa con gli
infedeli». Non credo. Nei Vangeli c’è anche il contrario. Ad esempio, soprattutto
in Matteo il buon Gesù manda all’inferno quanti non gli piacciono (spesso con
buone ragioni). Per almeno sette volte invoca per loro la «geenna, dove è
pianto e stridore di denti», che è un invocare dal Padre la vendetta che
Rossana non vede. Ci manda città intere: oltre Sidone e Tiro, anche Corizim,
Betsaida, Cafarnao, che non si sono convertite (Mt. 11,20-25; e Luca 10,15); i
seminatori di zizzania (Mt.13,42-50; e Lc. 13, 27): «Allontanatevi da me, voi
tutti operatori di iniquità! Là ci sarà pianto e stridore di denti»; i cattivi
che gli angeli separeranno dai buoni (13,50); il commensale alle nozze che si
presenta senza abito nuziale (22-13) e il servo fannullone (25-14); un altro
servo che scandalizza i piccoli: «Sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa
al collo una macina girata da asino e fosse gettato negli abissi » (18,69). Non
c’è male, per un dio amoroso. Quanto al conversare con gli infedeli si pensi
allo scambio di cortesie tra lui e i giudei: «Sei figlio del demonio... Siete
figli del demonio». Contro i farisei scaglia sette maledizioni: «Guai a voi...
Guai a voi...!» (Mt. 13-30: e Lc. 11,39.48). «Ogni pianta che non è stata
piantata dal mio Padre celeste, sarà sradicata. Lasciateli! Sono ciechi e guide
di ciechi! E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un
fosso» (Mt.15,14 e 23,15-24, e Gv. 9,38,41). Che piacevole conversare! E quanto
al porgere l’altra guancia, dichiara: «Pensate che io sia venuto a portare la
pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione» (Mt. 12,51). Neanche le folle
che lo seguivano erano tanto pacifiche, né accolte pacificamente dagli altri
ebrei: Gesù è minacciato di lapidazione, e il suo assalto ai mercanti nel
tempio ricorda un po’ le spese proletarie per non dire peggio. Nell’orto del
Getsemani Gesù invita i suoi: «Chi non ha una spada, venda il suo mantello e ne
compri una» (Mt. 10,34.22,36); e si prepara a una zuffa armata. Ci sarà stata?
Era cosa comune a tutti i popoli. Svetonio, che si giovava degli archivi di
stato, racconta che i romani dovettero espellere da Roma gli ebrei perché,
«sobillati da Cristo, si azzuffavano continuamente» (Judaeos impulsore Chresto adsidue tumultuantes, Roma expulit). E
come altrimenti leggere molti discorsi di Paolo e l’episodio di Stefano
protomartire? Insomma, Gesù era un profeta ebraico, un mistico sanguigno,
pronto all’odio e all’amore, non un buonista. Rossana non mi convince neanche
quando scrive che Costantino sogna, vince e «dichiara il cristianesimo
religione di stato». No:Costantino non sogna un bel niente, e con l’editto del
312 consente a tutti i sudditi, cristiani e pagani, di venerare il dio che
vogliano; e lo ripete due volte, parlando di «libertà delle menti», formula
liberale, in quanto politeistica e pagana. Sarà settant’anni dopo l’imperatore cristiano
Teodosio che imporrà «alle menti» dei sudditi di venerare la Santissima Trinità
insegnata dagli apostoli Pietro e Paolo. I quali, sulla Trinità, non avevano
insegnato niente.
E poi, sempre Rossana: «Nella
predicazione cristiana... è fondativo
l’amore per l’altro e la guerra non era neppure contemplata». Be, c’è l’amore
per l’altro (ma un solo Vangelo dice di amare i nemici) ma c’è l’autorizzazione
della “guerra giusta” da parte dei maggiori padri della Chiesa. E ancora: «I
cristiani vivevano senza esporsi» e solo dopo Costantino «escono allo
scoperto».
In realtà i cristiani per secoli
poterono esporsi, discutere coi pagani, divulgare i loro testi, trattare con
gli imperatori (che spesso tra gli dèi veneravano anche Cristo), e subirono non
tanto persecuzioni religiose quanto politiche quando alcuni di loro (di solito
non i vescovi) rifiutarono l’omaggio a «l’Imperatore Nostro Signore»,
dichiarando «Nostro Signore è Gesù»: così i dodici martiri scillitani. E poi:
«c’è voluto papa Wojtyla per condannare senza mezzi termini la guerra, anche se
essa resta però come extrema ratio,
tale e quale la pena di morte nel catechismo». Dunque, i mezzi termini ci sono,
e come! Papa Wojtyla non ha detto parola contro le guerre locali combattute nei
suoi anni dalla potenza statunitense, né contro i massacri che i tanti
dittatori anticomunisti d’Asia, d’Africa e di America latina hanno perpetrato
contro i loro popoli. Anzi, è andato a stringere la mano a Pinochet, per dirne
uno, condannando il cristianesimo della liberazione. Quando smetteremo di
parlare di lui come un uomo di pace e di amore?
Mario Alighiero Manacorda
La passione religiosa degli atei
Caro Mario Alighiero,
io persisto e firmo. Nei Vangeli
non si trovano inviti alla guerra, alla rissa, alla vendetta personale. Non
sono tali i passi che tu citi: della geenna, sono minacciati i peccatori dopo
la morte; l'idea della dannazione è forte, ma non ha nulla a che vedere né con
la guerra, né con la punizione in terra, né con la vendetta personale. La spada
che Gesù viene a portare è metaforica, è la divisione nella dottrina - per il
mio nome vi dividerete, sarete odiati. E in che somiglia la cacciata dei
mercanti al tempio a un esproprio proletario (che poi non è il peggio che sia
avvenuto da noi negli anni '70)? Gesù non si appropria dei beni e dei profitti
dei mercanti, li butta fuori da quella che è la casa del Padre. Quando
nell'orto del Getsemani un discepolo estrae la spada e ferisce uno dei soldati,
Gesù gliela fa riporre e ammonisce di non ricorrere alla spada mai. Né chiede
al Padre vendetta per sé - le pagine del Getsemani sono di grande solitudine e
angoscia. E' un uomo che muore e vorrebbe che fosse allontanato da lui quel
calice, ma lo deve accettare.
Questa immagine di dio fatto
uomo, e sofferente e impotente, cambia l'idea del divino, ed è molto più audace
delle libertà del politeismo. E' una proiezione di tempi terribili. La
Palestina ribolle di predicatori in attesa d'un messia che non viene e colui
che viene non promette alcuna vittoria in terra, enuncia beatitudini
paradossali, non suggerisce né chiede violenze. Muore fra i delinquenti. Chi
aveva ed ha un'idea onnipotente di Dio rifiuta del cristianesimo proprio
questo.
Ma che senso ha che noi due,
vecchi compagni e non credenti, ci palleggiamo le citazioni? Il cristianesimo è
una cesura tale che dopo i primissimi tempi, la discussione sul canone è
complessa e fin drammatica. Ma è un momento alto, che la chiesa non reggerà.
Tanto più dopo Costantino. Ma ti
sono grata per la correzione. Tuttavia l'Editto di Milano garantisce i
cristiani, perché prima non erano sicuri come tu dici, e sulla leggenda
(leggenda non è vulgata) e la restituzione dei beni si basa il potere temporale
della Chiesa. E' questo che ne fa anche un potere politico in senso proprio, che
come tale gioca nei rapporti di forza, copre o esige conflitti, teorizza con
non pochi giuristi la guerra giusta, se non addirittura santa. Quando Wojtyla
dirà che la guerra è sempre una sconfitta dell'umanità, dirà qualcosa mai detto
prima, anche in contrasto con il catechismo (di Ratzinger). Perché negare che
la Chiesa ha una sua terrestre e interessante storia? Della quale non fa parte
che Agostino fosse un guerriero, né grande né piccolo, e non so se si possa
dirlo di Ambrogio, già funzionario dell'impero, che fulminerà di scomunica
proprio quel Teodosio per il massacro di Tessalonica.
C'è nell'ateismo tuo e di altri
amici una passione che definirei religiosa e che a me manca del tutto... Con
questa freccia del Parto, ti abbraccio.
Rossana Rossanda
“il manifesto”, 5 ottobre 2006
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