Una celebre foto di Pertini imbianchino a Nizza. |
Benché a Nizza si desse da fare —
oltre che per umili mestieri — anche per trovare canali attraverso cui far
giungere in Italia propaganda antifascista, l'esilio gli dava una sensazione
d'impotenza. Eppure ci fu l'avventura di una radio clandestina che tentò di
allestire appena poté ricevere qualche soldo da casa. Ma non gli bastava.
In una lettera a Turati, Pertini
scrisse: «Anche a me sembra inutile l'esilio. Da molto, anzi, potrei dire sino dai
primi giorni, ho avuto questa dolorosa impressione, che in seguito si è
trasformata in un vero tormento». E più avanti, nella medesima lettera: «Da un
anno, maestro, siamo in esilio, e ogni buona e alta speranza, che qui con me
avevo portata, va oggi morendo nel mio cuore. Mi guardo attorno, e non vedo che
dei poveri naufraghi... E di là vengono voci che sembrano chiamare noi, che ci
ostiniamo a credere e a sperare in qualche cosa di più alto. Ed io ho paura di
non resistere a questo richiamo, maestro. Sento la nostalgia della mia terra,
della lotta che conducevo nell'ombra della piccola Savona sotto il continuo pericolo».
da Sergio Turone Sandro Pertini in Perché loro, Laterza, 1984
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