Il commento della rubrica Il fatto su “micropolis” di settembre
2013 è dedicato a un pensionato che chiamare d’oro è troppo poco. I commenti di
seconda sono di regola senza firma. Di questo è autore il direttore Stefano De Cenzo. (S.L.L.)
L'avvocato Mario Cartasegna |
C’è voluto di nuovo l’intervento di
un network nazionale per far luce sull’ennesima magagna locale. Abbiamo così
scoperto che tra i 10 super pensionati d’Italia che percepiscono cifre da
capogiro c’è Mario Cartasegna, ex avvocato del Comune di Perugia il cui emolumento
annuale ammonta a circa 640.000 euro, ovvero 49 mila euro lordi al mese.
Molto candidamente, in una
intervista rilasciata a “La Nazione”, dopo aver deciso di rinunciare ad un anonimato
evidentemente troppo difficile da mantenere in provincia, il professionista
afferma di essersi ritrovato con una pensione doppia rispetto all’ultimo
stipendio percepito in attività “come quello che vince il primo premio della
lotteria di capodanno”.
Poi, però, spiega qual è il perverso
- ma perfettamente legale - meccanismo che ha determinato tutto questo. E così
gli ignari e stupefatti cittadini vengono a scoprire che nel tempo la giunta
(Locchi) e il consiglio comunale di Perugia, con il placet dei sindacati, hanno
votato - spesso all’unanimità - delibere tese a incentivare con bonus economici
sempre più consistenti l’operato dell’avvocato che, in cause di diversa natura,
difendeva con esito non negativo gli interessi dell’amministrazione.
Cartasegna, che ancora patrocina
(su parcella ma solo in caso di buon esito!) il Comune di Perugia (con tanto di
auto blu) in Cassazione, in cause apertesi prima del suo pensionamento, ci
tiene a precisare che il trattamento a lui riservato non è diverso da quello di
tutti i dipendenti pubblici dell’avvocatura e che, comunque, corrisponde a
quanto oggi percepisce un avvocato di un ente pubblico dopo solo un anno di
lavoro e non dopo 35 anni di servizio come lui.
Il sindaco Boccali ha
immediatamente (guarda un po’) preso la distanze dalla vicenda, dicendo che con
lui (che come tutti sanno non era nella giunta Locchi…) la musica è cambiata,
che l’avvocato che ha preso il posto di Cartasegna ha un contratto diverso e
che il fatto che Cartasegna continui a seguire da libero professionista le
cause pendenti in Cassazione è comunque un risparmio per le casse del comune
rispetto alla sostituzione con un altro avvocato a cui pagare anche la
trasferta a Roma. Per il “vecchio”, invece, è sufficiente l’auto blu che si muove
la mattina stessa del dibattimento.
Verrebbe da dire che siamo di
fronte all’ennesima porcata di una classe politica attenta solo alla
riproduzione di privilegi per sé e per i suoi sodali, ma forse ci sbagliamo.
Forse in questo caso il riconoscimento dei meriti di Cartasegna ha radici più nobili
e lontane, risalenti alla stagione 1966-67 in cui da mezzala, nel Perugia di
Mazzetti, calcava il manto erboso del Santa Giuliana, dando il suo onesto
contributo alla prima gloriosa promozione in serie B. Insomma si tratterebbe,
più semplicemente, della giusta ricompensa per un mirabile caso di
“attaccamento alla maglia” protrattosi nel tempo.
Al cuore e al tifo - si sa – non si
comanda.
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